Overshoot day, finite oggi le risorse rinnovabili in Italia

ROMA. – Per l’Italia termina oggi la disponibilità di risorse naturali per tutto l’anno 2023. La rilevazione arriva dal Global Footprint Network, think tank che ogni anno si occupa di stimare il giorno in cui ciascun paese esaurisce le risorse che il pianeta mette a disposizione, il cosiddetto Overshoot Day. Questo giorno sancisce l’esaurimento delle risorse rinnovabili che la Terra è in grado di rigenerare in un anno.

La data dell’Overshoot Day globale invece, che cambia di anno in anno e nel 2022 era caduta il 28 luglio, mai così presto durante l’anno (si pensi che 50 anni prima, nel 1972 cadeva il 14 dicembre), quest’anno cadrà con molta probabilità il 27 luglio.

Il calcolo della data dell’Overshoot Day viene realizzato sulla base di dati forniti dalle Nazioni Unite nel National Footprint and Biocapacity Accounts, che tiene conto di attività quali agricoltura, edilizia, produzione di energia emissioni di gas serra e la gestione di ambienti urbani e foreste per il periodo che va dal 1961 al 2018, escludendo, dunque, la pandemia e la guerra in Ucraina.

Il bilancio ecologico di un paese si fonda sostanzialmente sulle stesse regole di un rapporto domanda-offerta. Il momento di rottura avviene quando la biocapacità, intesa come l’offerta di “servizi” degli ecosistemi terrestri e marini come l’assorbimento della CO2, viene superata dall’impronta ecologica, intesa come la domanda di terra biologicamente produttiva da parte di una data popolazione per le proprie attività.

“L’impronta” ecologica

La situazione del Belpaese risulta particolarmente grave se comparata su scala globale. Nonostante l’Italia sia, di fatto, un Paese in pieno spopolamento, continua ad avere un’impronta ecologica pro capite fuori scala. Quest’ultima, che per un italiano ammonta a 4,3 ettari globali, se divisa per la biocapacità media mondiale, ossia la quota di risorse disponibili per ciascun abitante della Terra, pari a 1,6 ettari globali, fornisce il preoccupante risultato di 2,68.

Questa cifra indica, all’atto pratico, che qualora l’intera popolazione mondiale adottasse lo stile di vita degli italiani, necessiteremmo di quasi 2,7 pianeti per vivere. I principali responsabili di questa impronta ecologica pro capite fuori scala sono il settore alimentare, che da solo contribuisce per il 31% e gli spostamenti, che contribuiscono per il 25%. Forte impatto ha anche lo spreco alimentare, stimato nel nostro paese a circa 67 chili all’anno pro capite, che qualora fosse dimezzato, ci permetterebbe di spostare l’Overshoot Day italiano avanti di 13 giorni.

(Redazione/9colonne)

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