Agroalimentare: l’industria italiana del cibo vale 179 miliardi

Panino a forma dello stivale Italia con prodotti dell'agroalimentare, olio e farina.
Agroalimentare punta di lancia dell'export italiano.

ROMA. – Con 179 miliardi di euro di fatturato annuo, 60 mila imprese, 464 mila addetti e oltre 50 miliardi di export in valore in un anno, l’industria agroalimentare italiana rappresenta una componente di primo piano dell’interesse nazionale, una vera e propria bandiera dello stile di vita italiano.

Questa realtà è stata fotografata dal rapporto Federalimentare-Censis, presentato oggi alla Camera. “Dal rapporto emerge il ruolo significativo dell’industria agroalimentare nella crescita economica e sociale del Paese”, ha dichiarato in un video messaggio Lorenzo Fontana, Presidente della Camera dei Deputati. Massimiliano Valerii, direttore generale Censis, ha definito il settore agroalimentare italiano “non solo un colosso industriale che genera valore economico ed occupazionale”, ma qualcosa che esprime “un valore sociale” dal momento che i prodotti dell’industria alimentare rispondono ad una molteplicità di bisogni espressi dagli italiani.

“Contribuisce quindi al benessere psico-fisico degli italiani e alla loro qualità di vita”, ha proseguito Valerii, presentando la ricerca. Stando ai dati, guardando all’intera filiera del food italiano, questa industria ha un fatturato totale di 607 miliardi di euro, in valore pari al 31,8% se rapportato al Pil, con 1,3 milioni di imprese, 3,6 milioni di addetti e che costituisce quindi un “patrimonio di interesse nazionale”. “La sua tutela e la sua valorizzazione rientrano a pieno titolo nel perimetro dell’interesse nazionale”, ha concluso Valerii.

Il valore strategico dell’industria agroalimentare

All’appello del direttore generale Censis hanno risposto diversi esponenti della classe politica, tutti d’accordo all’importanza dell’industria agroalimentare all’interno del paese e alla necessità della sua tutela e valorizzazione. “L’industria alimentare italiana ha un valore strategico ed è un elemento portante della nostra economia – ha commentato a margine dell’evento Francesco Lollobrigida, Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste – Bisogna sempre più comprendere la potenzialità legata ai prodotti italiani”.

“L’industria alimentare italiana dimostra la propria vitalità e si distingue per uno sviluppo sostenibile e di progresso alimentare”, ha ribattuto Luigi D’Eramo, Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, sottolineando come il settore sia al momento “in buona salute”, nonostante le recenti crisi. Secondo D’Eramo, l’agroalimentare è un “patrimonio prezioso che dobbiamo salvaguardare e promuovere che ci rende unici, attrattivi e competitivi nel mondo”.

Una bandiera del Made in Italy

L’importanza della filiera agroalimentare italiana non è, quindi, una prerogativa solo del Sistema Paese, ma anche di tutte quelle politiche volte all’internazionalizzazione di un settore che può essere definito una vera e propria bandiera del Made in Italy. “L’agroalimentare è uno dei nostri maggiori ambasciatori all’estero con un valore sociale altissimo”, ha evidenziato D’Eramo.

“Il settore – ha chiosato Paolo Mascarino, presidente di Federalimentare – è uno dei più dinamici e robusti dell’industria italiana e rappresenta un patrimonio nazionale nella produzione di alimenti di qualità, unici e con marchi riconoscibili”. Quei prodotti del Made in Italy che, grazie all’industria alimentare italiana, “costituiscono da sempre un vanto nel mondo”.

“Come Ministero stiamo dedicando una particolare attenzione al settore agroalimentare attraverso il sostegno all’export e all’internazionalizzazione, mettendo a disposizione strumenti di finanza agevolata per incentivare la competitività”, ha sostenuto Maria Tripodi, Sottosegretario di Stato al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Tripodi ha fatto sapere come tutta la rete estera stia promuovendo il cibo e la dieta mediterranea “affinché il Made in Italy si affermi sempre di più verso traguardi ambiziosi”.

(Redazione/9colonne)