Mattarella ricorda le vittime del terrorismo: “Lo Stato vinse con la legalità”

Il Presidente Sergio Mattarella in occasione della celebrazione del “Giorno della Memoria dedicato alle vittime del terrorismo”. (Ufficio stampa)

ROMA. – “Celebriamo sempre con grande emozione ogni anno questa giornata per far memoria della lunga scia di attentati, stragi, delitti politici, che ha insanguinato la storia della nostra Repubblica. E che ha trovato il suo momento di ricordo nella ricorrenza dell’assassinio di Aldo Moro, di cui ricorre oggi il 45esimo anniversario”.

Sono le parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al Quirinale durante la cerimonia per la giornata dedicata alle vittime del terrorismo. Già stamattina, il capo dello Stato aveva deposto una corona di fiori in Via Caetani, sotto la lapide che ricorda il luogo del ritrovamento del corpo di Aldo Moro, a 45 anni dall’uccisione dello Statista.

“Le cifre di quei tragici eventi sono impressionanti – continua il presidente Mattarella – quasi 400 vittime per il terrorismo interno, alle quali vanno aggiunti i caduti per il recente fenomeno del terrorismo internazionale. Tra loro ci sono appartenenti alle forze dell’ordine, magistrati, militari, uomini politici e attivisti, manager e sindacalisti, giornalisti, ignari passanti, tra cui donne e bambini. Tutti erano in pericolo, nessuno fu risparmiato. Ciascuno di loro, a pieno titolo, fa parte della storia della Repubblica”.

La complicità di uomini dello Stato

“Negli ultimi decenni si è molto parlato dei terrorismi e dei terroristi. Della loro vita, dei loro complici, delle loro presunte ideologie, delle cause che han fatto da base alla loro scelta di lotta armata – ha affermato – Delle gravi deviazioni compiute da elementi dello Stato, e per le quali avvertiamo ancora l’esigenza, pressante, di conoscere la piena verità.

Su questi argomenti esistono molti studi, pubblicazioni, trasmissioni televisive, anche di interesse e pregio. Invece, si è scritto e parlato meno della reazione unanime del popolo italiano. Meno dei servitori dello Stato, che hanno posto a rischio la propria vita per combattere violenza ed eversione.

Meno di chi, nelle fabbriche, nelle università, nei vari luoghi di lavoro, ha opposto un no, fermo e deciso, a chi voleva ribaltare le regole democratiche. Ancor meno si è parlato del dolore, indicibile e irrecuperabile, delle famiglie a cui la lotta armata o i vili attentati hanno strappato un coniuge, un figlio, un genitore, un fratello o una sorella”.

La reazione dello Stato

Il presidente della Repubblica ha continuato il suo intervento ricordando quegli anni e il ruolo dello Stato: “nonostante lo smarrimento iniziale, lo Stato, le forze politiche e sociali, hanno saputo reagire con coraggio e decisione alla sfida dei terrorismi. Una guerra che è stata vinta, è bene sottolinearlo, qui e ovunque, combattendo sempre sul terreno della legalità costituzionale, senza mai cedere alle sirene di chi proponeva soluzioni drastiche, da regime autoritario”.

Il suo ricordo è senza colore politico. I fratelli Mattei, Antonio Marino, Felicia Bartolozzi, Gabriella Bortolon, Federico Masarin, Giuseppe Panzino, Germana Stefanini, Paolo Di Nella, Giovanni Bosco, le vittime di Via dei Georgofili a Firenze e di Via Palestro a Milano, Emanuele Petri: nel suo discorso durante la cerimonia per il Giorno dedicato alle vittime del terrorismo, infatti, Sergio Mattarella ha omaggiato le vittime di qualsiasi orientamento politico.

(Redazione/9colonne)

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