Un sogno diventato realtà: le tappe della cavalcata scudetto del Napoli campione

La festa in campo con Victor Osimhen dopo il gol contro l'Udinese. ANSA / GABRIELE MENIS

ROMA. – Il Napoli festeggia il suo terzo scudetto e lo fa, in queste ore, volgendosi a ripensare a quanto di grande, sul piano dei risultati sportivi, ha prodotto nel corso di un’annata indimenticabile. Un campionato fatto di tanti successi e di una superiorità evidente, macchiato da qualche piccolo passaggio a vuoto che, tuttavia, non scalfisce l’entusiasmo e la soddisfazione per una stagione vissuta da protagonisti.

Lo scudetto passa innanzitutto attraverso una grande campagna acquisti. E, forse, pochi lo avrebbero immaginato: via big indiscussi come Koulibaly, Insigne, Mertens, Fabian Ruiz, sostituiti in campo da nomi forse meno altisonanti (Kvaratskhelia, Kim, Raspadori e Simeone su tutti) ma che, al dunque, si sono rivelati gli artefici principali del tricolore.

Il debutto di Ferragosto e le 11 vittorie consecutive

Tutto era iniziato in un umido pomeriggio di Ferragosto, quando gli uomini di Spalletti passavano d’autorità a Verona, rifilando 5 gol all’Hellas. Goleada bissata la settimana successiva nell’esordio di campionato al Maradona contro il Monza (4-0). Poi, un lieve calo, conciso con i due pari consecutivi contro Fiorentina e Lecce. Ma la marcia riprendeva spedita il 3 settembre 2022, con la vittoria all’Olimpico contro la Lazio (1-2).

Un Napoli inarrestabile che, compreso il successo contro l’ex Sarri, inanellava una serie di 11 vittorie consecutive: ne facevano le spese, tra le altre, il Milan, battuto 1-2 a San Siro e la Roma, sconfitta di misura grazie ad una incredibile perla di Osimhen nel finale. Nulla da fare anche per l’Atalanta, battuta a Bergamo dalle reti di Osimhen ed Elmas (1-2). Intanto il vantaggio aumentava, con gli azzurri che chiudevano la prima parte del campionato (pausa per il Mondiale) in netto vantaggio su tutte le (presunte) inseguitrici.

Lo scivolone di San Siro e la goleada contro la Juve

Alla ripresa della Serie A, che coincideva con l’inizio del 2023, ecco l’imprevista sconfitta del Meazza contro l’Inter: un gol di Dzeko riusciva a scalfire appena un po’ le certezze azzurre. Tanto che il Napoli riprendeva immediatamente la sua corsa solitaria verso la gloria, andando a sbarazzarsi a Marassi quattro giorni dopo della Sampdoria (0-2) e strapazzando la Juve al Maradona (5-1), con i soliti Osimhen e Kvaratskhelia inarrestabili protagonisti.

Poi, altre 6 vittorie consecutive, che mettevano in ghiaccio lo scudetto: cadevano, sotto i colpi degli azzurri, Salernitana, Roma, Spezia, Cremonese, Sassuolo ed Empoli, con un solo gol subito e ben 14 realizzati in quello scorcio esaltante di stagione.

Il suggello di Osimhen: a Udine inizia la festa

Intanto il Napoli allungava ancora in classifica e si presentava in Primavera con indosso i colori sgargianti della prima della classe: nessuna preoccupazione dopo la sconfitta al Maradona contro la Lazio (0-1), perché la truppa di Spalletti si avvicinava al traguardo travolgendo poi Torino e Atalanta, prima di una nuova sconfitta (questa sì, pesante) contro il Milan, che passava 4-0 a Fuorigrotta.

Ma, dopotutto, ora si trattava solo di amministrare: il Napoli rallentava così la corsa, andando a vincere di misura a Lecce (1-2) e pareggiando in casa contro il Verona (0-0). Il suggello allo scudetto arrivava il 23 aprile, quando Raspadori, al terzo minuto di recupero, siglava il gol che batteva la Juventus allo Stadium. La festa poteva iniziare, anche se la matematica arriverà solo una manciata di giorni dopo, con il pari 1-1 di Udine. Era Osimhen, ancora lui, a realizzare il gol della sicurezza. Un sogno che diventava realtà.

(Redazione/9colonne)