L’inflazione scende al 7,7% nell’area Ocse: in Italia trainata da cibo ed energia

Una persona guarda la frutta e verdura esposta in un mercato.
Il carrello della spesa accelera.

ROMA. – Buone notizie dall’inflazione su base annua nell’area Ocse che, misurata dall’indice dei prezzi al consumo, è scesa al 7,7% a marzo 2023, in calo dall’8,8% di febbraio 2023 e dal picco del 10,7% di ottobre 2022. Il calo dell’inflazione è stato generalizzato, con una moderazione dell’inflazione tra febbraio e marzo 2023 in 34 dei 38 paesi Ocse.

Nella fascia bassa, Giappone, Lussemburgo, Spagna e Svizzera hanno registrato tassi di inflazione inferiori al 4%, mentre l’inflazione in Ungheria e Turchia ha ancora superato il 20%. Anche l’inflazione dell’energia è scesa bruscamente all’1,3% a marzo 2023, in calo rispetto all’11,9% di febbraio. Questo calo riflette in gran parte il forte aumento dell’indice dei prezzi al consumo per l’energia nel marzo 2022 (ossia effetto base).

L’inflazione dell’energia è diminuita in 36 dei 38 paesi Ocse ed è stata addirittura negativa in 13 paesi su base annua. Tuttavia l’inflazione energetica rimane al di sopra del 20% in sei paesi. Nel frattempo, l’inflazione alimentare è diminuita per il quarto mese consecutivo, scendendo al 14,0% dal 14,9% di febbraio. L’inflazione al netto di alimentari ed energia è rimasta sostanzialmente stabile al 7,2%. L’inflazione su base annua nel G7 è ulteriormente rallentata al 5,4% a marzo 2023, in calo rispetto al 6,4% di febbraio, con un calo generalizzato in tutti e sette i paesi.

In Italia il calo più significativo

L’Italia ha registrato il calo più significativo, riflettendo un forte calo dell’inflazione energetica. In Canada, Giappone e Stati Uniti, i contributi negativi dei prezzi dell’energia hanno contribuito a domare l’inflazione complessiva. L’inflazione alimentare ed energetica è rimasta la principale fonte di inflazione complessiva in Italia, mentre l’inflazione al netto di alimentari ed energia è stata la principale determinante in Canada, Germania, Regno Unito e Stati Uniti. In Francia e in Giappone, entrambe le componenti hanno contribuito quasi in egual misura all’inflazione complessiva.

Nell’area dell’euro l’inflazione su base annua, misurata dall’Indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA), è scesa al 6,9% a marzo 2023, dall’8,5% di febbraio. I prezzi dell’energia sono diminuiti di 0,9 punti percentuali a marzo. L’inflazione alimentare e l’inflazione meno cibo meno energia sono leggermente aumentate.

La stima flash di Eurostat per aprile 2023 indica un leggero aumento dell’inflazione su base annua nell’area dell’euro, al 7,0%, poiché l’aumento stimato dell’inflazione energetica è stato parzialmente compensato da un leggero calo dell’inflazione al netto di alimentari ed energia. Nel G20 l’inflazione su base annua è scesa al 6,9% a marzo 2023, dall’8,0% di febbraio.

Al di fuori dell’OCSE, l’inflazione è diminuita in Brasile, Cina, India, Indonesia e Arabia Saudita, ma è aumentata in Argentina. È stato sostanzialmente stabile in Sud Africa.

(Redazione/9colonne)

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