Spagna, i sindacati: “Salari più alti”. Replica degli industriali: “Stanno già salendo”

Unai Sordo y Pepe Álvarez

MADRID — “Salari più alti o proteste”. È “l’ultimatum” lanciato in Spagna nei confronti degli industriali da parte dei due sindacati, Ugt e Comisiones Obreras (CCOO), in occasione della festa del Primo maggio. “A lungo termine, non ci può essere calma sociale in un Paese in cui ci sono perdite cumulative di potere d’acquisto del 10%”, sostengono le organizzazioni di tutela dei lavoratori. La risposta del leader della CEOE (la Confindustria spagnola), Antonio Garamenti, non si è fatta attendere. “Gli stipendi stanno già aumentando”, ha detto stamattina ai microfoni della radio Cadena Ser.

Il contesto scelto dai sindacati per tornare alla carica con una delle loro principali rivendicazioni attuali in quanto a mondo del lavoro è stato quello degli eventi tenutisi in occasione del Primo maggio a Madrid. “Bisogna alzare i salari, recuperare potere d’acquisto, denunciare l’atteggiamento ostruttivo della CEOE, che intralcia un accordo sull’impiego e i contratti collettivi”, ha detto ad esempio Unai Sordo, segretario generale di CCOO.

Simile il discorso di Pepe Álvarez, numero 1 di UGT. “Questo Primo Maggio è un ultimatum alla CEOE. Bisogna essere coscienti del fatto che finora abbiamo realizzato mobilitazioni molto importanti, focalizzate sui contratti collettivi aperti, ma ci muoveremo nella direzione di altre proteste, di carattere più generale, riguardanti i processi di negoziato che sono attualmente bloccati, circa 1.400 in tutto”, ha affermato in una delle interviste rilasciate nel corso della giornata.

Il riferimento evidente è alla situazione di alta inflazione che investe la Spagna e molti altri Paesi d’Europa da mesi, in particolare dopo l’inizio dell’invasione russa in Ucraina: il tasso di variazione dei prezzi su base annua ha toccato picchi superiori al 10% nell’arco del 2022, e, pur moderandosi nella prima parte del nuovo anno, continua a generare preoccupazione (l’ultimo dato, riguardante aprile, indica un aumento del 4,1%).

Nel frattempo, i costi salariali affrontati dalle aziende sono aumentati in media del 4,7% in un anno, secondo dati dell’Istituto Nazionale di Statistica relativi all’ultimo trimestre del 2022. Da parte sua, il governo ha alzato il salario minimo fissato per legge dell’8%, portandolo da 1.000 a 1.080 euro a inizio 2023.

“In realtà, gli stipendi stanno aumentando in Spagna”, ha detto oggi Garamendi, replicando alle rivendicazioni dei sindacati.

Per quanto riguarda le accuse alla CEOE di non voler “trattare” sui contratti collettivi, il presidente della CEOE ha risposto: “Le contrattazioni collettive stanno funzionando, come sempre. In momenti più complessi, tendono a essere più lente, ma la realtà è che più di 10 milioni di lavoratori hanno i loro contratti collettivi firmati, e si continuano a firmare”.

In merito, Garamendi ha aggiunto che “non è vero” che gli industriali si siano “alzati dal tavolo” delle negoziazioni, e che per arrivare a buon porto è necessaria “discrezione”. Il numero uno della CEOE ha anche fatto notare che il dibattito attuale sui salari è “influenzato” dal clima elettorale del momento, vista la prossimità delle elezioni regionali e comunali del prossimo 28 maggio.

Redazione Madrid

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