Spagna, il tasso di disoccupati passa dal 12,87% al 13,26%

MADRID — Un report trimestrale “con luci e ombre”. Il tasso di disoccupazione è aumentato in Spagna dal 12,87% al 13,26% nei primi tre mesi de 2023, secondo l’Istituto Nazionale di Statistica (INE). Incremento che, tradotto in numero di persone, significa dover contabilizzare 103.800 cittadini senza impiego in più. Allo stesso tempo, però, il mercato del lavoro mostra anche segnali di una certa “stabilità”, “solidità” e “dinamismo”, secondo i commenti di governo, sindacati e industriali. In particolare, viene sottolineato il fatto che, in un periodo dell’anno tradizionalmente sfavorevole alla creazione di posti di lavoro, le cose sono andate meglio di altri anni: la cifra di persone occupate (20.452.800) nel primo trimestre è infatti ai massimi dal 2008.

Così, se da un lato si segnala l’aumento di disoccupati in un trimestre più elevato dal momento dal 2020, dall’altra emerge un calo di persone con lavoro assai minore rispetto alla media per questo periodo dell’anno: “solo” 11.1oo, mentre negli ultimi 5 anni sono stati superiori sono state osservate cadute decisamente superiori a 70.000. In termini annuali, si registra un aumento di 368.000 posti di lavoro, con circa 1,5 milioni di contratti a tempo indeterminato in più e 1,1 milioni di contratti temporanei in meno.

Il bilancio, secondo il premier Pedro Sánchez, è positivo. “Non abbiamo mai avuto questi livelli di occupazione e non abbiamo mai avuto nemmeno questi livelli di stabilità del lavoro”, ha affermato in dichiarazioni rilasciate a cronisti parlamentari.

A detta del capo del governo, i numeri evidenziati oggi dall’INE sono “specialmente” frutto degli effetti della riforma del mercato professionale entrata in vigore oltre un anno fa. “Stiamo dimostrando che si può crescere e si può anche creare occupazione con diritti”, ha aggiunto.

Per i sindacati, dai dati pubblicati oggi si possono trarre diverse conclusioni. “Siamo sulla buona strada, ma mai come oggi dobbiamo concentrarci sugli oltre tre milioni di persone che oggi stanno cercando un lavoro”, ha detto Pepe Álvarez di Ugt. “Al di là dei commenti, bisogna applicare soluzioni: gli uffici per l’impiego devono diventare veramente degli strumenti di assistenza per le persone disoccupate”.

“La disoccupazione cresce, e questa è sempre una cattiva notizia”, ha aggiunto da parte sua Mari Cruz Vicente Peralta di Comisiones Obreras. “Lo straordinario aumento della popolazione attiva, di oltre 90.000 persone, è invece molto positivo”.

Valutazione ambivalente anche da parte della CEOE, la principale associazione di industriali. “I dati riflettono un comportamento di solidità”, ha osservato il vicepresidente dell’organizzazione Íñigo Fernández de Mesa, “ma la disoccupazione resta una delle principali sfide della nostra economia; una situazione che mette in evidenza la necessità di misure di sostegno alle imprese”.

Redazione Madrid

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