Spagna, i piani di Moreno sulla zona del Doñana scaldano la politica

Scorcio della laguna di Doñana.
Scorcio della laguna di Doñana. (Foto cortesia)

MADRID — In attesa delle elezioni, la politica si scalda sul futuro del Doñana. La polemica si è accesa in Spagna dopo che il Partito Popolare, al governo con maggioranza assoluta in Andalusia, ha proposto insieme a Vox nel Parlamento regionale un piano per ampliare le aree coltivabili nei pressi di questo parco naturale dal fragile ecosistema. Un’iniziativa che ha suscitato l’indignazione del governo centrale, secondo cui (e in linea con l’opinione di Commissione Europea e ambientalisti) il progetto può mettere a repentaglio la conservazione di quest’area protetta, in pericolo anche per la siccità. “Il Doñana è biodiversità e ricchezza ambientale. Abbiamo la responsabilità di salvarlo”, ha dichiarato ieri il premier Pedro Sánchez nel corso di una visita alla zona.

In una dichiarazione ai media (senza possibilità di domande da parte della stampa), Sánchez ha avvertito che la Spagna rischia “una multa” da parte dell’Unione Europea in caso di mancata tutela del parco naturale del Doñana. “Il dovere di un’amministrazione pubblica è di rispettare la legge, le sentenze dei tribunali europei e degli avvertimenti della Commissione”, ha affermato. Il riferimento è a una risoluzione della giustizia Ue che imponeva di preservare la zona protetta dagli abusi agricoli proliferati per anni nella zona, in particolare con le pratiche di estrazione illegale di acqua da destinare a coltivazioni intensive.

Negli ultimi giorni, i cenni del presidente al progetto di PP e Vox sul Doñana si sono moltiplicati, segno del fatto che il premier vuole dare priorità a questo argomento, che interessa in particolare una zona in cui si saranno elezioni tra sole cinque settimane. “Salveremo il Doñana”, prometteva la settimana scorsa nel corso di un comizio del Partito Socialista.

La questione dell’incombenza dell’appuntamento con le urne, del resto, è stata utilizzata da entrambe le principali parti in causa (Madrid e Siviglia) per rimproverare all’avversario politico le posizioni espresse a riguardo: sia il governo centrale, sia quello il governatore andaluso Juanma Moreno accusano la controparte di voler sfruttare la situazione del parco per scopi “elettorali”.

Da parte sua, il leader andaluso sostiene che l’iniziativa parlamentare presentata dal suo partito con Vox “non danneggerà” il parco e ha il solo obiettivo di garantire la “riorganizzazione di un territorio che si trova in una situazione alegale e che quindi mantiene intrappolate in un limbo una serie di famiglie e lavoratori” (in riferimento agli agricoltori della zona). Concetti espressi anche in una lettera inviata dal governo andaluso a Madrid, che attualmente sta mantenendo dei dialoghi riguardanti la vicenda con le istituzioni europee.

Parlando a cronisti con dichiarazioni raccolte da TVE, Moreno oggi si è detto disposto ad “ascoltare” il governo, aggiungendo però di non vedere la stessa volontà da parte del governo centrale. E ha avvertito che “non si può proteggere una zona ambientale se non c’è l’appoggio sociale di chi vive nei dintorni”. Ieri, Ribera aveva detto di “sperare” che riunioni in programma tra il governo andaluso e responsabili dell’Unione Europea settimana prossima facciano “cambiare idea” al presidente andaluso, in modo tale che “si possa ritrovare un punto d’incontro”.

Nel frattempo, la situazione di siccità che hanno provocato una preoccupante riduzione delle risorse idriche nell’area del Doñana e in altre zone della Spagna prosegue, secondo gli ultimi rilevamenti meteorologici.

Redazione Madrid

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