Spagna – Sánchez, sul piano ideologico “anni luce” di distanza da Meloni

Il Presidente del Governo di Spagna, Pedro Sánchez con il il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
Il Presidente del Governo di Spagna, Pedro Sánchez con il il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. (Ufficio stampa della Presidenza del Consiglio)

MADRID — “Anni luce” di distanza. Sono quelli che separano “sul piano ideologico” Pedro Sánchez dalla sua omologa italiana Giorgia Meloni, secondo quanto ha detto il premier spagnolo oggi nel Congresso dei deputati. Il leader iberico è stato impegnato in una lunga seduta parlamentare per render conto di svariati argomenti di attualità. Occasione in cui ha parlato anche della sua recente visita a Roma, dove ha parlato con Meloni di questione migratoria, tra altre cose. “Dobbiamo arrivare ad accordi, ad esempio per ottenere un nuovo Patto sulle migrazioni e sull’asilo, e quindi io devo recarmi nelle capitali europee per cercare di costruire ponti, non di farli saltare”, ha detto Sánchez in risposta al deputato di Unidas Podemos Jaume Asens, che ne aveva criticato “il silenzio” rispetto alle politiche di “un governo ultra” come quello italiano.

Replicando ad Asens, il premier ha ricordato che quello di “rapportarsi con governi di colori politici distinti” è compito non solo suo, ma anche di tutti i ministri del suo governo, “compresi quelli di Podemos”, e in particolare visto che la Spagna eserciterà la presidenza dell’Ue nel secondo semestre del 2023. Ecco perché, ha aggiunto, tentativi di intesa vanno mossi anche nei casi in cui ci sia grande distanza politica con gli interlocutori.

Nel corso della seduta, Sánchez ha è tornato anche su un punto caldo dell’agenda spagnola, quello delle politiche abitative. Ed è a questo punto che è arrivato l’annuncio di giornata: il premier ha infatti illustrato un nuovo piano abitativo pubblico che prevede la costruzione di 43.000 alloggi destinati a programmi di “affitti accessibili”. Misura che si aggiungerà sia alla “messa a disposizione” di altre 50.000 abitazioni riscattate da banche una decina di anni fa, annunciata alcuni giorni fa, sia alla legge sulla casa che dovrebbe essere approvata nelle prossime settimane in Parlamento.

“La casa oggi è un problema e non un diritto così come determinato nella Costituzione spagnola”, ha sostenuto Sánchez. “Il mio impegno totale è di fare della casa il quinto pilastro del welfare insieme a istruzione, sanità, cura delle persone disabili e pensioni”.

Altro aspetto di cui si è discusso è stato quello della siccità, un problema sempre più acuto in diverse regioni del Paese iberico. “Sono cosciente del fatto che la siccità avrà un ruolo di primo piano nel dibattito politico dei prossimi anni”, ha detto Sánchez in un turno di replica al leader di Vox Santiago Abascal. “Mi piacerebbe che la lotta per contrastarla venisse trattato come politica di Stato”, ha aggiunto.

Una questione su cui il dibattito si è scaldato di più è stato quello della politica estera riguardante i rapporti con il Marocco e la posizione spagnola sul conflitto del Sahara occidentale, secondo le cronache dei media iberici: la scelta di Sánchez di passare dalla tradizionale neutralità a riguardo all’appoggio a Rabat, a cui ha fatto seguito l’applicazione di un più stretto rapporto di cooperazione bilaterale, è stato infatti criticata da diversi gruppi politici. Il premier ha definito il Marocco come “un alleato essenziale” per la “sicurezza” del Paese.

Redazione Madrid

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