Díaz e Podemos si rinfacciano la responsabilità dell’assenza di un accordo elettorale

Yolanda Díaz e Pablo Iglesias

MADRID — Yolanda Díaz e Podemos, ancora scintille. L’intervista televisiva alla vicepremier e leader del nuovo movimento di sinistra Sumar trasmessa ieri sera dal programma tv ‘Lo de Évole’ di La Sexta ha dato di che discutere. E le nubi riguardanti il futuro del rapporto tra il progetto che sta agglutinando diverse formazioni di sinistra e il partito che forse più di tutti ha scosso lo scacchiere politico nell’ultimo decennio in Spagna sono ancora tutt’altro che dissipate. Dalle parole di Díaz e dalle successive repliche dei principali leader di Podemos a quanto ha detto in tv emerge una situazione di impasse: entrambe le parti si rinfacciano la responsabilità dell’assenza di un accordo elettorale chiaro a poche settimane dall’inizio di un intenso ciclo elettorale.

Sia da parte di Díaz, sia da parte di dirigenti di Podemos come la segretaria generale Ione Belarra e Irene Montero o di figure influenti legate a questo partito come Pablo Iglesias sono arrivati nelle ultime settimane molteplici appelli per “l’unità” della sinistra. Tuttavia, le divergenze tra Sumar e Podemos restano al momento evidenti, rese manifeste con svariati argomenti dalle parti in causa, e non appare chiaro se alle prossime elezioni nazionali, in programma a fine 2023, le due formazioni concorreranno in una lista unitaria.

Uno degli aspetti più messi in risalto dalla stampa è il fatto che nessuno dei massimi dirigenti di Podemos abbia partecipato all’atto pubblico con cui, lo scorso 2 aprile presso il palazzetto sportivo madrileno Magariños, Díaz ha annunciato di voler diventare “la prima premier” donna di Spagna. Assenza che i leader del partito hanno giustificato con il fatto che non era stato siglato un accordo con Sumar per garantire “un processo di primarie aperte” alle prossime elezioni.

“Se uno mette gli interessi del Paese davanti a tutto, è presente. E non c’è scusa possibile”, ha sostenuto Díaz parlando al giornalista Jordi Évole, in risposta a una delle diverse domande rivolte a proposito delle frizioni con Podemos. A detta della vicepremier, quello della richiesta di primarie non è il vero motivo della mancata partecipazione dei leader del partito a Magariños. “In Sumar tutti vogliono primarie”, ha detto Díaz, prima di aggiungere: “Sai quando vengono raggiunti gli accordi? Quando si vogliono raggiungere”.

La replica della formazione non si è fatta attendere. “Non è vero che non vogliamo un accordo”, ha detto Belarra ai microfoni di Radio Nacional de España. “Se c’è volontà di un accordo tra Podemos e Sumar per delle primarie aperte, io sono disponibile oggi stesso”.

Nel corso dell’intervista a Díaz trasmessa da La Sexta, Évole ha rivolto alla vicepremier diverse domande sul suo rapporto con Pablo Iglesias, apparentemente deterioratosi dopo anni di stretta amicizia. La leader di Sumar non ha evitato critiche e repliche dure a certi attacchi pubblici a lei rivolti in passato da Iglesias, come quando l’ha definito “un imbronciato”, “sempre arrabbiato”.

In mattinata, Iglesias ha replicato in una colonna pubblicata sulla rivista Ctxt sostenendo che quella di Díaz non è stata “la sua miglior intervista”.

“Penso che abbia generato molta tristezza tra i militanti e le persone di sinistra”, ha aggiunto l’ex leader di Podemos e predecessore di Díaz alla vicepresidenza seconda del governo. “Dopo aver ascoltato l’intervista, penso ancora che l’unità sia necessaria? Assolutamente sì”, ha tuttavia anche detto.

Redazione Madrid

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