Sánchez punta sulle politiche abitative in vista della volata elettorale

Spagna: Il Primo Ministro e leader del Partito Socialista (Psoe) Pedro Sanchez applaude una volta conosciuti i risultati delle votazioni.
Il Primo Ministro e leader del Partito Socialista (Psoe) Pedro Sanchez applaude una volta conosciuti i risultati delle votazioni. (ANSA/AP Photo/Bernat Armangue)

MADRID — Elevare al 20% la porzione di alloggi di proprietà pubblica in un Paese dove le difficoltà di accesso a una casa sono considerate uno dei principali problemi dei cittadini. È l’obiettivo che si è prefissato il premier spagnolo Pedro Sánchez, arrivato con il suo Partito Socialista alle porte di un momento decisivo per il suo futuro, con elezioni amministrative, comunali e generali previste nel giro di solo alcuni mesi. Ed è proprio sulle politiche abitative che il leader iberico ha deciso di scommettere forte in vista della volata elettorale in arrivo: dopo l’accordo per una legge sugli affitti tra il governo e alcuni partner parlamentari, Sánchez ha annunciato anche la “messa a disposizione” di 50.000 alloggi appartenenti alla società creata al momento del salvataggio bancario attuato dopo la crisi finanziaria del 2008, la cosiddetta Sareb.

Quello della questione abitativa è un punto sensibile su cui la politica in Spagna ha tradizionalmente sempre fatto fatica a mettere mano. Tuttavia, e forse anche spinto dal grado di profondità del problema per molti cittadini, come messo in luce da recenti sondaggi, tra la scorsa settimana e l’inizio di questa il governo ha deciso di spingere sull’acceleratore in questo ambito.

Così, l’annuncio di Sánchez sugli alloggi della Sareb (Società di Gestione di Attivi Provenienti dalla Ristrutturazione Bancaria) è volto a complementare la legge “sull’accesso a una casa dignitosa” concordata con Esquerra Republicana ed Eh Bildu la settimana scorsa, con una misura che punta aumentare la capacità di offrire programmi di edilizia popolare da parte dello Stato. Proprio il tipo di intervento considerato necessario da diversi analisti per frenare le distorsioni di un mercato immobiliare finito spesso e volentieri fuori controllo in molte zone del Paese.

Per dare la notizia, Sánchez ha scelto il palcoscenico di Valencia, uno degli “epicentri degli abusi e della corruzione” in ambito edilizio attribuiti al Partito Popolare dai suoi avversari. “Approveremo la messa a disposizione di 50.000 alloggi della Sareb per garantire affitti a prezzi accessibili”, ha dichiarato nel corso di un comizio del PSOE, “saranno 50.000 alloggi per i giovani e per le famiglie del nostro Paese”. Un annuncio carico di simbolismo per un Paese in cui gli abusi edilizi e lo scoppio di una bolla immobiliare che ha preceduto una gravissima crisi economica, accompagnata da conseguenze traumatiche come le migliaia di sfratti attuati negli anni più duri della stessa, hanno provocato negli ultimi 15 anni un impatto profondo per molti cittadini.

D’altro canto, la norma di prossima approvazione sulla casa prevede diversi altri interventi in materia abitativa: ad esempio, c’è un limite del 3% agli aumenti degli affitti i cui contratti si rinnoveranno nel 2024, che si aggiunge a quello del 2% già in vigore per quest’anno. A partire dal 2025, invece, verrà eliminato il criterio di usare come riferimento per stabilire eventuali aumenti sui rinnovi l’inflazione, per sostituirlo con un indice “più stabile e inferiore a quello dell’Ipc”, ancora da determinare.

Per aree particolarmente colpite dagli aumenti — ovvero dove le persone devono riservare in media più del 30% delle entrate a mutuo o affitto, o dove i prezzi sono aumentati di almeno 3 punti oltre l’Ipc negli ultimi 5 anni —, si introduce la possibilità per le regioni di stabilire tetti anche ai nuovi contratti: per proprietari con almeno cinque case, tali limiti saranno stabiliti in un indice, mentre per i “piccoli proprietari”, il riferimento sarà l’ultimo contratto dell’immobile in questione.

Vengono inoltre introdotti l’annullamento degli onorari in favore di agenzie messi a carico degli inquilini e il divieto di aumentare i prezzi degli affitti mettendo a carico degli inquilini nuove spese, come tasse per la spazzatura o di comunità.

Le politiche abitative lanciate dal governo non hanno raccolto il favore del Partito Popolare, principale formazione dell’opposizione. “Gli annunci di questi giorni sono una presa in giro, perché il governo non ha fatto nulla in 5 anni e ora cercano di convincerci che arriverà al 20% di edilizia popolare nei prossimi anni”, ha detto oggi il portavoce di campagna popolare Borja Sémper. Stando a media iberici, domani il leader del partito Alberto Núñez Feijóo proporrà un piano abitativo alternativo.

Redazione Madrid