Spagna: sondaggi, PP in calo e riconfigurazione in corso a sinistra causa Sumar

Feijóo saluta Sánchez el Senato

MADRID — Scenari diversi, ma alcuni aspetti non secondari in comune. Sul fronte mediatico, il primo lunedì dopo Pasqua è partito in Spagna con tre nuovi sondaggi elettorali di ambito nazionale, materiale utile per fare un punto della situazione anche in vista della “super-domenica” prevista il 28 maggio con comunali e regionali in quasi tutto il Paese. I nuovi rilevamenti demoscopici sono stati pubblicati da El País, El Mundo e La Razón: tutti e tre mostrano un calo rispetto a marzo del Partito Popolare, che conserva comunque la prima posizione, mentre a sinistra l’irruzione di Sumar ha agitato le acque, propiziando una possibile riconfigurazione degli scenari plausibili per le diverse formazioni in lizza. Vox rimane invece sostanzialmente stabile, con un 14% circa di intenzione di voto.

Second0 il sondaggio realizzato per El País e Cadena Ser da 40dB, rispetto al mese scorso il PP perderebbe il 0,6% dei sostegni, rimanendo primo partito ma a un’importante distanza dalla maggioranza assoluta di 176 seggi, fermandosi a circa 122 con il 28% dei consensi. Soglia che risulterebbe irraggiungibile anche in caso di alleanza con Vox, che otterrebbe 42 seggi con il 14,2% dei voti.

Tendenza contraria, invece, per il Partito Socialista (PSOE) del premier Pedro Sánchez, dato in crescita di un punto e più vicino ai popolari, a a sei decimi e 13 seggi di distanza dai rivali. Per Unidas Podemos si prospetta un calo di quattro seggi rispetto ai 35 conquistati alle ultime elezioni. Il sondaggio è stato realizzato dopo la discussione della mozione di sfiducia presentata contro Sánchez da Vox, ma prima dell’annuncio della vicepremier Yolanda Díaz di voler concorrere alle prossime elezioni generali con Sumar.

A tenere in conto, invece, l’entrata in scena di questa nuova forza politica è stata la società Sigma Dos nel rilevamento elaborato per El Mundo. Il quotidiano conservatore propone addirittura due scenari alternativi, uno con un’alleanza tra Sumar e Podemos e una con queste due formazioni in competizione: nel primo caso, tale coalizione di sinistra otterrebbe circa il 16,2% dei voti, traducibili in 45 seggi; nel secondo, il movimento di Díaz avrebbe oltre il 12% e 35 seggi, mentre Podemos il 5,5% e 8 seggi.

Il PP perderebbe almeno un punto rispetto a marzo, collezionando 135 seggi: una soglia sufficiente per sfiorare o raggiungere la maggioranza assoluta in caso di alleanza con Vox, che dovrebbe ottenere tra 40 e 41 seggi. Il PSOE registrerebbe un calo di 2,2-2,3 punti e dovrebbe accontentarsi di 91 seggi: risultato insufficiente per consolidare prospettive di un nuovo governo di centrosinistra.

L’unico dei tre sondaggi in questioni che presenta uno scenario più definito è quello pubblicato da La Razón, curato da NC Reports: secondo questo rilevamento, pur se in calo di tre decimi il PP otterrebbe 142-144 seggi, potenzialmente sommabili ai 41.43 di Vox. Sánchez e il suo PSOE sarebbero invece in calo di 2,3 punti e circa 5 seggi, dovendosi fermare a 89-91 deputati. Sumar e Podemos potrebbero ottenere nel complesso circa il 15,9% dei voti e 31-35 seggi se si presentassero separatamente.

Poco dopo la pubblicazione di questi sondaggi, sono arrivate alcune dichiarazioni politiche messe in risalto dai media. Tra tutte, spiccano quelle del leader popolare Alberto Núñez Feijóo, che ha fissato come obiettivo del suo partito per il 28 maggio ottenere più comuni e comunità autonome di quelle detenute attualmente e affermarsi come la “prima forza politica” in Spagna. “Mi renderò co-responsabile dei risultati delle comunali e delle regionali”, ha affermato.

Quasi in contemporanea, da parte di Podemos si sono intensificati gli appelli rivolti a Díaz per poter siglare un accordo elettorale valido per poter presentare una candidatura “dell’unità” alle prossime elezioni.

Redazione Madrid

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