Spagna, disoccupati ai minimi dal 2008 a marzo, Madrid esulta

MADRID — Cifre mai così positive per il mese di marzo dal 2008. E così, a meno di due mesi da un appuntamento cruciale con le urne, il governo di Pedro Sánchez esulta per l’andamento del mercato del lavoro. I disoccupati in Spagna sono ora 2.862.260, ovvero 48.755 in meno rispetto a febbraio e ai minimi da 15 anni a questa parte, secondo il ministero corrispondente. Dati che accompagnano quelli riferiti ai posti di lavoro creati nello stesso periodo, pari a 206.000, e che vengono definiti dall’esecutivo come “magnifici, storici”. “Sono i migliori degli ultimi due decenni”, ha commentato il premier. 

A marzo, un numero così relativamente basso di disoccupati (tenendo comunque in conto la consistenza della cifra) non si era più visto dopo il 2008. Quell’anno, le persone senza lavoro a questo punto dell’anno, un periodo tradizionalmente favorevole vista la prossimità del periodo festivo per Pasqua erano 2.300.975. Adesso si parla di mezzo milione di disoccupati in più, un numero tuttavia ben più basso rispetto agli oltre 5 milioni registrati nel periodo peggiore dell’ultima crisi finanziaria (2013).

Come sottolineato da Sánchez, con i posti di lavoro creati a marzo 2023 si è raggiunto “il massimo storico” in quanto a media di persone attive professionalmente, ovvero oltre 20,3 milioni. “Abbiamo 245.000 disoccupati in meno di un anno fa”, ha aggiunto il premier nel frattempo impegnato in un viaggio a Cipro, sottolineando poi che i risultati raggiunti sono arrivati “nonostante la situazione di incertezza internazionale che attraversa l’Europa”.

Da parte sua, il ministro della Previdenza Sociale José Luis Escrivá ha messo in risalto, parlando ai microfoni della radio Cadena Ser, che nel primo trimestre 2023 sono stati creati complessivamente 291.000 posti di lavoro, un “dato storico”. Il ministro ha inoltre affermato che l’andamento di marzo è positivo al di là della contingenza stagionale, perché i nuovi impieghi non legati al periodo festivo sono circa 1500.000. 

La vicepremier e ministra del Lavoro Yolanda Díaz ha aggiunto che le notizie di oggi sono “un sintomo della solidità del mercato del lavoro” spagnolo, e che donne e giovani sono tra le categorie che più traggono giovamento da questa situazione.

Stando ai dati del governo, inoltre, sul totale delle persone attive professionalmente l’86% ha un contratto a tempo indeterminato. I contratti temporanei, quindi, sono passati dal 30% al 14% del totale nei 15 mesi di validità della riforma del mercato del lavoro promossa in particolare da Díaz. 

La valutazione delle cifre pubblicate oggi è stata nel complesso positiva da parte dei sindacati, che tuttavia reclamano — in particolare UGT — più sforzi per affrontare debolezze ancora esistenti nel sistema come le disuguaglianze riguardanti i lavoratori più precari. Gli industriali, invece, pur riconoscendo “la resilienza del mercato del lavoro” sottolineano che ci sono 1.300 lavoratori autonomi in meno rispetto a marzo 2022 e che nei primi due mesi del 2022 “hanno chiuso 13.000 piccole imprese”.

“Qualsiasi dato positivo sul mercato del lavoro è ben accolto”, ha commentato il leader dell’opposizione Alberto Núñez Feijóo. “Non capisco però molto bene il trionfalismo del governo, perché in questo primo trimestre del 2023 abbiamo più disoccupati che nell’ultimo del 2022”.

Redazione Madrid

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