Percossi Papi: “Divina Commedia e gioielli, un progetto che viene da lontano” 

Diego Percossi Papi

MADRID – La Divina Commedia raccontata attraverso i gioielli. Nel fondo, “Il prezioso cammino di Dante – La Divina Commedia nei gioielli di Percossi Papi”, la mostra inaugurata di recente nella suggestiva “Casa de la Panadería” della iconica “Plaza Mayor” della capitale, è proprio questo.  Si tratta di un progetto che viene da lontano e che, come ha spiegato alla “Voce” , è frutto della casualità. Ed è proprio il caso di dirlo: “di una preziosa casualità”

– Uno dei moventi alla base del mio lavoro è l’emozione – ci dice Diego, capostipite di una famiglia di artisti orafi -. Stavamo al ristorante, nel 2017, 2018, con un amico Italo americano che voleva portare una mostra culturale italiana a San Francisco. Stavamo parlando di cosa può essere rappresentativo di una mostra. Sicuramente la creatività. E qual è il simbolo della creatività? Il fuoco, il fuoco è creativo. Poi abbiamo pensato, sempre a tavola scherzando e ridendo, fuoco uguale a incendio… il famoso incendio di San Francisco. San Francisco è la capitale della trasgressione. Trasgressione uguale a peccato, fuoco uguale a inferno, inferno uguale a Dante. E lì è nata l’idea. È stato il punto d’inizio, supportato anche da mia moglie che è intervenuta dicendo: “guardate che nel 2021 ci saranno le celebrazioni dell’anno dantesco”. E così è nata la mostra.

Conversiamo con l’orefice-artista in un angolino della sala in cui sono esposti i suoi gioielli, tra il viavai degli invitati all’inaugurazione. Commenta che dalla prima idea alla realizzazione concreta sono trascorsi circa quattro anni; quattro anni dedicati allo studio della Divina Commedia e all’esecuzione del progetto.

–  Questa mostra – ha precisato – è entrata nel circuito degli eventi culturali del ministero degli Esteri. Ogni anno, se ci saranno edizioni successive,  aggiungeremo un episodio della Divina Commedia. È una mostra che si arricchirà col passare del tempo.

Valeria Percossi Papi spiega agli invitati all’inaugurazione la particolare interpretazione dell’Inferno di Dante realizzata dall’atelier.

Quella di Diego Giuliano Percossi è una famiglia di artisti-orafi. Infatti, sia Valeria, sia Giuliano, i figli, hanno ereditato il gusto per la bellezza e la sensibilità e l’abilità artistica del padre.

–  In primo luogo, questo lavoro l’hanno scelto loro – precisa Diego senza riuscire a nascondere l’orgoglio di padre -. Hanno iniziato dal basso, seguendo una carriera sostanzialmente simile alla mia. Tutto quello che vedete, grafie, fotografia, tecniche, è tutto frutto del proprio talento.

Quindi, ci parla del lavoro nell’atelier e di come funziona quello che definisce “il gruppo”: costituito dalla moglie, Maria Teresa, e dai figli Valeria e Giuliano.

– Ho riflettuto su come siamo noi quattro insieme. E mi sono ricordato del vecchio film, Ben Hur… la famosa corsa dei cavalli. Il mio approccio delle spiegazioni è visivo. Allora, Charlton Heston mette all’esterno il cavallo più veloce, successivamente quello più potente, poi quello che crea equilibrio e in ultimo il più esperto. E così Valeria è la velocità, Giuliano é la potenza, Maria Teresa è l’equilibrio ed io sono la l’esperienza e la conoscenza.

–  Colpisce molto vedere questi oggetti preziosi con dipinti miniaturizzati… quanto c’è di tecnica, quando c’è di tecnologia e quando di fantasia ed estro?

– Tecnologia zero! – esclama immediatamente per poi proseguire:

– È un “work in progress”. Quando disegno e progetto, anche se in realtà quando ero giovane – riflette – non disegnavo ma realizzavo direttamente… Come dicevo, è un “work in progress”. Qual è il metodo di progettazione? Parto da un colore. Il colore è un’emozione…

Dopo un attimo di esitazione, riprende:

– Facciamo un passo indietro… Il nostro primo approccio con la realtà esterna è emozionale. Passa attraverso i cinque sensi. Ad esempio – ci dice indicando con lo sguardo una delle signore presenti all’inaugurazione della mostra -, quella signora. La prima cosa che vedo è il colore verde. Successivamente razionalizzo e osservo che è un vestito ed è articolato… Ciò significa che il primo approccio con il progetto è emozionale. Parte da un colore al quale, poi, accordo un altro. È come il musicista, che nel pianoforte suona prima la nota “la”, poi il “do” e successivamente altre e a mano a mano che va avanti nasce la melodia… sola, spontanea. È così scaturisce anche la melodia dei colori e delle forme.

– Che contraddistingue la vostra azienda? Quando si osserva un vostro gioiello, cosa lo rende inconfondibile?

– L’attenzione ai minimi particolare – non ha dubbi -. I nostri lavori sono curati in modo, non voglio dire maniacale, ma certamente con un’attenzione emozionale molto forte, molto precisa.

La mostra, inaugurata recentemente, ci racconta la Divina Commedia attraverso personaggi e passaggi dell’opera riflessi nei gioielli. Sono, assieme, sensazioni, messaggi, simboli e tanta fantasia. Spunti per la creazione sono stati offerti dalle illustrazioni del pittore e incisore francese Gustave Dorè, riprodotte in pannelli che aiutano alla comprensione del percorso immaginario ricreato dall’atelier romano. Inizia naturalmente con l’inferno dantesco, rappresentato da Caronte, le Erinni, il Minotauro. Prosegue con il purgatorio, dove tra i peccati capitali emergono con forza l’invidia, l’ira, l’avarizia e la prodigalità. E poi il Paradiso, con Beatrice e Arrigo VI e l’episodio finale della “Gloria di Maria”, riferito al Canto XXXI.

Organizzata dalla nostra Ambasciata, dall’Istituto Italiano di Cultura e dal Comune di Madrid, la mostra, di cui è stata curatrice Irina Dilkova, è stata presentata per la prima volta a Sofia, in Bulgaria. Dopo la capitale spagnola, la famiglia Percossi Papi aspira poter attraversare l’oceano per presentarla in Argentina.

Redazione Madrid

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