Spagna, il Congresso boccia la mozione contro Sánchez presentata da Vox

Tamames-Abascal_Cortesía del Congreso de los Diputados
Tamames-Abascal_Cortesía del Congreso de los Diputados

MADRID — Copione rispettato. Come previsto alla vigilia, la mozione di sfiducia presentata dal partito Vox nel Congresso dei deputati spagnolo contro il premier Pedro Sánchez è stata respinta: troppo lontana la soglia dei 176 voti necessari per raggiungere la maggioranza assoluta, visto che l’iniziativa parlamentare della formazione di Santiago Abascal è stata sostenuta da soli 53 parlamentari. Anche per quanto riguarda l’orientamento a riguardo del Partito Popolare, non ci sono state sorprese: i suoi 89 deputati si sono astenuti, insieme ai due esponenti del partito regionale Unión del Pueblo Navarro. I voti contrari sono stati 201. Il candidato della mozione, Ramón Tamames, ha chiuso la sua partecipazione al dibattito ringraziando Vox per averlo proposto come sostituto di Sánchez.

Nel suo ultimo intervento di fronte ai deputati del Congresso, e avendo già chiaro quale sarebbe stato l’esito della votazione sull’iniziativa,  l’89enne economista ha riassunto in cosa crede che la stessa sia risultata utile. “Questa mozione di sfiducia ha convocato milioni di spagnoli alla coscienza politica, alla preoccupazione per dei problemi e alla conoscenza di difficoltà che abbiamo e che dobbiamo risolvere”, ha affermato. “Me ne vado molto soddisfatto in questo senso”. Toni diversi da quelli utilizzati nel Congresso in alcuni dei momenti con maggior ripercussione mediatica degli ultimi mesi.

Il risultato della votazione, d’altro canto, evidenzia una concluzione della mossa di Vox ben distante da quello che dovrebbe essere l’obiettivo finale di una mozione di sfiducia, e cioè la caduta di un governo. Esito che, del resto, era prevedibile da diverse settimane, un periodo in cui le posizioni di tutti i gruppi parlamentari a riguardo sono emerse con chiarezza e con largo anticipo rispetto ai tempi del dibattito, tenutosi tra ieri e oggi. “Ci sentiamo orgogliosi”, è stato però il bilancio tratto da Abascal dopo il voto, “il nostro obiettivo era mettere in mostra la continuità delle menzogne di Sánchez”. Ai 52 deputati del gruppo di Vox, si è aggiunto per votare sì anche Pablo Cambronero, ex esponente di Ciudadanos.

Il ritmo del dibattito è stato contraddistinto in buona parte dal clima di avvicinamento al ciclo elettorale che attende la Spagna in questo 2023, con regionali e comunali in programma a maggio e le generali previste entro fine anno. Un aspetto ha suscitato critiche da parte di Tamames. “Questa non è una seduta parlamentare, è un meeting di preparazione delle elezioni del 28 maggio”, ha detto prima di ribattere brevemente agli interventi dei vari portavoce susseguitisi nel pomeriggio di ieri.

Se nella prima parte della discussione buona parte del protagonismo è andato a Sánchez e alla vicepremier Yolanda Díaz, autori di lunghi interventi di risposta a Tamames in cui hanno rivendicato la propria azione politica, oggi è stata la volta della segretaria generale popolare, Cuca Gamarra. Momento che la portavoce della principale forza dell’opposizione ha approfittato per tornare a chiedere elezioni anticipate al premier. “Saranno gli spagnoli a portare a compimento la mozione di sfiducia nei suoi confronti”, ha detto, “il suo tempo è finito, se ne vada con dignità”.

La mozione di Vox, che il partito di Abascal ha presentato come strumentale all’obiettivo di ottenere elezioni anticipate, è stata la sesta discussa dal Congresso spagnolo nell’attuale stagione democratica del Paese, iniziata nel 1975. L’unica conclusasi favorevolmente per i proponenti fu quella presentata nel 2018 contro l’allora premier popolare Mariano Rajoy, che venne sostituito da Sánchez.

Redazione Madrid

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