Ucraina: i russi avanzano su Bakhmut. Lavrov: “L’Occidente come i crociati”

Militari ucraini al fronte, Bakhmut, Ucraina, 06 marzo 2023. ANSA/CARLO ORLANDI

MADRID. – Non si arrestano i combattimenti per il controllo di Bakhmut, che al momento rappresenta il punto focale dell’offensiva russa in Ucraina. Questa mattina, le unità russe hanno affermato di aver compiuto un importante passo avanti, ovvero di aver preso il controllo di uno dei locali della fabbrica Vostokmash presso l’impianto di lavorazione dei metalli non ferrosi Artyomovsky (AZOM) ad Artemovsk. Anche alcuni soldati del Gruppo Wagner hanno diffuso la notizia, pubblicando online delle foto dello stabilimento catturato.

In questo impianto, a dicembre, Zelenky consegnò le medaglie ai difensori di Bakhmut. E proprio il Gruppo paramilitare fondato da Evgeni Prigogin, nonostante i recenti dissidi con il ministero della Difesa, vede oggi venire in propria “difesa” la stessa Duma che ha votato una legge che commina pesanti pene detentive a chi osi “screditare” gruppi armati proprio come Wagner, una misura già in vigore nei confronti dell’esercito russo e che serve a reprimere i critici dell’offensiva in Ucraina.

Sanzioni contro chi scredita le forze armate russe

Le sanzioni penali puniscono “il fatto di screditare le forze armate della Russia sono estese alle formazioni di volontari, organizzazioni e persone fisiche che prestano assistenza alle forze armate per svolgere la loro missione”, ha sottolineato la Duma, la camera bassa del Parlamento, sul suo sito web.

“Tutti coloro che oggi rischiano la vita per garantire la sicurezza del Paese e dei cittadini sono protetti da provocazioni e menzogne” con questa legge, ha argomentato il presidente dell’assemblea, Vyacheslav Volodin, precisando che le “sanzioni saranno pesanti, fino a 15 anni di privazione della libertà”.

Il gruppo Wagner, che ha reclutato centinaia, se non migliaia, di uomini nelle carceri russe, sta di fatto guidando l’attacco a Bakhmut, l’epicentro dei combattimenti nell’Ucraina orientale. Al contempo, come detto, questa milizia, che agisce con notevole autonomia sul campo, intrattiene rapporti tesi con lo Stato Maggiore e il Ministero della Difesa, accusandoli di incompetenza o addirittura di tradimento per il mancato approvvigionamento di munizioni dell’artiglieria.

Lavrov: “La Russia costretta alla guerra”

Intanto sul fronte diplomatico non si intravedono spiragli di una qualche concretezza. Questa mattina, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha affermato che la situazione in Ucraina può andare verso una direzione pacifica, solo a condizione che si tenga conto della situazione de facto e delle nuove realtà.

“Tutte le richieste di Mosca sono ben note”, ha detto ai giornalisti l’addetto stampa del presidente Putin. In precedenza, Peskov aveva affermato che “il raggiungimento degli obiettivi di un’operazione militare speciale oggi è possibile solo con mezzi militari”.

Sempre questa mattina ha parlano anche il capo della diplomazia russa, Sergei Lavrov, per il quale il popolo russo “è costretto a questa guerra perché gli eredi dei crociati e di altri conquistatori hanno deciso che la Russia è un ostacolo al loro dominio nel mondo, il che non è affatto vero.

Non stiamo cercando di dissuadere qualcuno dal realizzare interessi legittimi, ma quando si dichiara la necessità di subordinare il mondo intero, per esempio, all’Alleanza Nord Atlantica, e che l’Asia dovrebbe essere un territorio dove l’occidente dovrebbe comandare tutto, non credo che il senso di giustizia che è insito nel popolo russo e nella stragrande maggioranza di tutte le civiltà del mondo non dovrebbe pronunciare una parola pesante”.

(Redazione/9colonne)