Silicon Valley Bank, gli interventi delle autorità americane rassicurano i mercati

Operatori nella Borsa di New Yopk.
Operatori nella Borsa di New York. a Wall street. EPA/JUSTIN LANE

MADRID. – In questi giorni il mondo della finanza mondiale è stato scosso da un terremoto che, per molti versi, ricorda quello del 2008. La SVB, la banca della Silicon Valley che per anni ha finanziato i progetti delle start up, è fallita venerdì ed il suo comando è stato assunto dal Federal Deposit Insurance Corporation, così come è fallita anche la Signature Bank, domenica.

Subito dopo l’acquisizione di SVB il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha voluto rassicurare i cittadini, sostenendo che “gli americani possono stare tranquilli: i loro depositi sono al sicuro”, che “nessuna perdita sarà a carico dei contribuenti” e che ‘Il sistema bancario americano è sicuro”.

La tutela dei clienti

La paura principale è evidentemente quella di chi ha investito, ma il presidente statunitense prova a tranquillizzare tutti: “Sono lieto che sia stata trovata una soluzione rapida che tutela i lavoratori americani e le piccole imprese, e mantiene al sicuro il nostro sistema finanziario. Sono impegnato a far sì che chi ha causato questo sia ritenuto interamente responsabile e a continuare gli sforzi per rafforzare la supervisione e la regolamentazione delle banche più grandi in modo da non trovarci ancora in questa situazione”.

Oltre alle parole arrivano anche le azioni concrete: il Federal Deposit Insurance Corporation ha creato infatti una nuova banca (National Bank of Santa Clara) che faciliterà i prelievi da parte dei clienti della fallita SVB. Lo stesso istituto rimborserà, per quanto riguarda la parte tutelata, i clienti statunitensi. Se i depositanti sono stati tutelati, discorso completamente inverso per i titolari di azioni e bond per i quali non è prevista alcuna azione dopo il crollo di SVB.

Il mercato torna a respirare

Dopo un lunedì preoccupante per le borse, con Piazza Affari a Milano che ha chiuso con il 4% di perdite e diverse altre piazze in cui i ribassi sono rimasti intorno ai due punti percentuali, un cauto ottimismo sembra essere tornato nel mondo della finanza.

Oggi, infatti, quasi tutti i listini, tra cui Milano, segnano rialzi intorno al 2%. Ad aver tranquillizzato i mercati è stato proprio l’intervento del Tesoro americano, che ha appunto garantito il rimborso dei depositi, e la decisione del Federal Reserve di rimandare il rialzo dei tassi d’interesse. La priorità per tutti è quella di evitare un panico sui mercati e, soprattutto, una corsa agli sportelli, che comprometterebbe seriamente il sistema bancario americano.

Il rischio di contagio

Per il vecchio continente “non vediamo un rischio specifico di contagio”, sostiene il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni. “Ovviamente – aggiunge – stiamo monitorando la situazione in stretto contatto con la Banca centrale europea, apprezziamo e prendiamo atto delle iniziative prese dalle autorità americane per evitare un contagio negli Usa. Sottolineiamo che tutte le banche europee, non solo le più grandi, stanno applicando gli standard prudenziali di Basilea”.

Se l’Occidente teme l’effetto tsunami come fu, appunto, nel 2008, è anche vero che gli analisti di Deutsche Bank e Citigroup, intervistati da Bloomberg, spiegano che per l’Europa non si profilano spauracchi economici all’orizzonte. Infatti, gli analisti fanno presente che i titoli delle banche europee restano appetibili nonostante quello che sta accadendo negli States.

(Redazione/9colonne)

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