PSOE e Podemos cercano di smorzare i toni dopo il grande scontro

MADRID — Dopo il fragore della tempesta, un tentativo di smorzare i toni. Il giorno successivo al duro scontro in Parlamento sulla riforma della discussa legge del “solo sì è sì”, i due partner di coalizione del governo spagnolo, Partito Socialista (PSOE) e Unidas Podemos, hanno provato a ricondurre il dibattito su un registro meno aspro. “Non ho nessun dubbio sul fatto che il clima migliorerà”, ha dichiarato ad esempio il ministro della Presidenza, Félix Bolaños. “In questo momento non è a rischio il governo di coalizione, lo sono i diritti delle donne”, ha sostenuto da parte sua la ministra delle Pari Opportunità, Irene Montero. Diversi analisti credono comunque che la frattura registratasi ieri può lasciare il segno negli equilibri del governo.

Le tensioni in atto nella maggioranza si sono rese visibili oggi in alcuni gesti simbolici di esponenti del governo in occasione dell’8 marzo, come hanno sottolineato i media iberici: dopo un ‘selfie’ con ministre e ministri socialisti, ad esempio, il premier Pedro Sánchez ha incontrato donne manager; quasi in contemporanea, Irene Montero (Unidas Podemos) era invece impegnata in un atto istituzionale del Ministero delle Pari Opportunità.

Almeno a parole, tuttavia, da entrambe le parti sono arrivati messaggi volti a stemperare un po’ questo clima agitato. A partire da quelle di Sánchez stesso: “Resta ancora moltissimo lavoro da fare, e sicuramente questo governo è impegnato a farlo”, ha detto in una fugace dichiarazione intercettata da media come Europa Press all’uscita dal Congresso.

Sulla stessa linea la sua numero 2 nel Partito Socialista, parlando a cronisti nella stessa sede, la altresì ministra del Tesoro María Jesús Montero. “Alcune espressioni fuori luogo non si capiscono”, ha detto, “ma io continuerò con dichiarazioni volte a stemperare i toni, come sempre”. E ha aggiunto: “Arriveremo in fondo alla legislatura”.

Da parte sua, la vicepremier, ministra del Lavoro e principale esponente di Unidas Podemos nel governo, Yolanda Díaz, ha cercato di mantenere una posizione mediatrice. “Non saremmo mai dovuti arrivare fino a questo punto, invito tutti quanti a essere responsabili”, ha affermato, ricordando poi che, nella giornata di oggi, “le protagoniste sono le donne di questo Paese”.

Irene Montero non ha lesinato neanche oggi critiche ai partner di governo. “È una notizia molto negativa che il Partito Socialista abbia dato la mano al Partito Popolare per iniziare il cammino che può riportarci al codice penale della violenza e dell’intimidazione”, ha detto, “il Partito Socialista non ha voluto sedersi al tavolo per cercare un accordo con i partner di governo o con la maggioranza femminista del Congresso. In aggiunta a queste parole, ha però assicurato che la continuità del governo “non è a rischio”.

Nel corso dell’atto istituzionale organizzato dal suo partito, la ministra è stata contestata da alcune giovani attiviste critiche con la “legge trans”. “Si possono avere opinioni differenti, ma l’obbligo dello Stato, del governo e mio come ministra è di far rispettare i diritti umani. Dire che una donna trans non è una donna significa opporsi a diritti fondamentali”, ha replicato lei.

Intanto, sul governo sono piovute le critiche dell’opposizione. Il portavoce di campagna popolare Borja Sémper, ad esempio, si è lamentato su TVE del fatto che l’8 marzo rischia di essere contraddistinto dai “pasticci” interni all’esecutivo più che da risposte ai “bisogni delle donne”.

Redazione Madrid

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