In Ucraina si combatte per Bakhmut, Wagner minaccia: “Se ci ritiriamo crolla l’intero fronte”

Soldati russi a Mariupol, Ucraina.
Soldati russi a Mariupol, Ucraina.EPA/SERGEI ILNITSKY

MADRID. – La battaglia per Bakhmut continua, anche se dal fronte russo iniziano ad arrivare segnali di cedimento. La cittadina ucraina è ormai da mesi al centro di combattimenti tra le forze di Kiev e Mosca, con quest’ultima che si affida principalmente ai mercenari del gruppo Wagner, dai quali sono arrivate pesanti accuse.

La mancanza di munizioni

Il gruppo paramilitare russo, per bocca del suo leader Yevgeny Prigozhin, si lamenta soprattutto della mancanza di munizioni per i suoi uomini. Gli ordini per le munizioni sono stati firmati il 22 febbraio, ma, spiega il mercenario in un video diffuso sui social, “finora la maggior parte non è arrivata” e questo può essere dovuto da “ordinaria burocrazia o tradimento”. Prigozhin allora avverte: “se Wagner si ritira ora da Bakhmut, l’intero fronte crollerà”.

Nel frattempo, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è riunito con lo stato maggiore delle forze armate: nel corso della riunione, riferisce la presidenza, sia il comandante in capo delle forze armate ucraine Valery Zaluzhny che il comandante del gruppo di truppe operativo-strategico Khortytsia, Oleksandr Syrsky, “si sono espressi a favore del proseguimento dell’operazione difensiva e dell’ulteriore rafforzamento delle nostre posizioni a Bakhmut”.

Le accuse di Mosca

Konstantin Malofeev, presidente del consiglio di amministrazione del gruppo mediatico Tsargrad e fedelissimo di Vladimir Putin, sarebbe recentemente scampato ad un attentato. Secondo quanto reso noto dai servizi segreti russi, l’attentato sarebbe stato orchestrato proprio da Kiev.

Dure le accuse nei confronti dei governi occidentali, pubblicate su Telegram dalla portavoce del ministero degli Esteri di Mosca Maria Zakharova: “Il silenzio dei regimi occidentali, solitamente iperattivi in ogni occasione di oppressione dei giornalisti, in relazione all’attentato alla vita di Malofeev, significherà il loro tacito coinvolgimento nel sostenere tali crimini, nonché il patrocinio ideologico alle azioni estremiste dei banditi di Kiev”.

(Redazione/9colonne)

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