Spagna, lavoro: il numero di occupati torna a crescere

MADRID — Il numero di occupati torna a crescere. E la cifra di persone rimaste senza lavoro si riporta su livelli meno allarmanti. È quanto emerge dai dati sull’andamento del mercato del lavoro pubblicato oggi dal governo spagnolo riguardanti il mese di febbraio, nel corso del quale sono stati creati quasi 89.000 posti di lavoro. Una tendenza che ha spinto il totale di persone attualmente attive professionalmente a toccare una soglia record in questo momento dell’anno: si tratta di 20.170.142 persone.

Nel secondo mese di questo 2023, il mercato del lavoro è quindi tornato in Spagna a dare segnali di vivacità. Se a gennaio era stato pagata, come del resto è abituale, la fine della stagione natalizia e in conseguenza di diverse attività stagionali tipiche di questo periodo dell’anno, a febbraio la situazione sembra essersi parzialmente ristabilita. Una mostra di ciò può essere dedotta dai dati sulla disoccupazione: nei primi 31 giorni dell’anno i nuovi senza lavoro erano stati 70.744, mentre a febbraio 2.618.

Questa evoluzione statistica “non preoccupa” specialmente la vicepremier e ministra del Lavoro Yolanda Díaz. “Sono sempre prudente, ma questi dati sono molto meglio di quelli abituali a febbraio”, ha affermato ai microfoni della Cadena Ser, “siamo in un mese di transizione e ci dirigiamo verso la stagionalità positiva”. Nonostante questo, ha aggiunto, la disoccupazione in Spagna resta una realtà “molto dura” e il governo deve mantenere come priorità fronteggiarla.

Una lettura positiva delle statistiche pubblicate oggi è arrivata anche dal premier Pedro Sánchez. “Oggi abbiamo 20,17 milioni di persone occupate, un milione in più rispetto a prima della pandemia”, ha twittato, sottolineando in particolare la riduzione dei contratti precari. “Sono ai minimi storici, passano dal 30% al 14%”, ha detto.

Ancor più entusiasta il ministro della Previdenza Sociale, José Luis Escrivá, che si è riferito soprattutto ai posti di lavoro creati. “È un dato fantastico”, ha detto a TVE, “se fosse così tutti i mesi avremmo un milione di posti di lavoro in più all’anno”.

Più freddo il commento della Confindustria spagnola (la CEOE), che pur risaltando il buon ritmo di riduzione della precarietà con un importante aumento dei contratti a tempo indeterminato, evidenzia allo stesso tempo un fenomeno di “distruzione del tessuto aziendale”: situazione che osserva da dati come quelli sulle partite IVA, che sono ora 17.300 in meno.

Per quanto riguarda i sindacati, UGT sottolinea che la riforma del mercato del lavoro in vigore da inizio 2022 “sta funzionando”, mentre Comisiones Obreras esorta a evitare “trionfalismi” visto che nel Paese ci sono comunque “quasi tre milioni di disoccupati”.

Secondo il Partito Popolare, la Spagna non sta “creando lavoro”, ma lo sta “suddividendo”, perché “più della metà dei contratti a tempo indeterminato firmati a febbraio sono di tipo fisso discontinuo”.

Redazione Madrid

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