Crotone, il giallo dei soccorsi. Piantedosi: “Frontex non aveva segnalato pericoli”

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella rende omaggio alle vittime del naufragio avvenuto al largo delle coste di Steccato di Cutro
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Crotone (foto di Francesco Ammendola - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

ROMA. Nella sua prima uscita da segretaria in pectore del Pd, in attesa della proclamazione ufficiale, Elly Schlein chiede con fermezza le dimissioni del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi per le dichiarazioni rese all’indomani della tragedia del naufragio dei migranti a 100 metri dalla costa del crotonese. Lo fa in commissione Affari costituzionale, alla presenza dello stesso Piantedosi che aveva già provato a declinare meglio quel “non devono partire” spiegando che “il messaggio era: fermatevi, veniamo a prendervi noi”.

Per Schlein però rimane che siano dichiarazioni “indegne di un ministro, disumane, totalmente inaccettabili e inadeguate al ruolo, essendo del tutto incuranti del fatto che le persone che partono fuggono da qualcosa, da guerra, da discriminazioni, da torture, da situazioni che lei dall’alto dei suoi privilegi non ha mai vissuto neanche da lontano”. Dichiarazioni che “hanno trasformato le vittime in colpevoli e io voglio chiederle: chi è lei per stabilire cosa giustifichi la disperazione, se la scelta molto spesso è tra il rischio di morte per tortura o il rischio di morte in mare?”.

Le responsabilità del naufragio

Il piano del dibattito sulla tragedia di Steccato di Cutro si è spostato però dalle parole di Piantedosi ai dubbi, da parte delle opposizioni, che le autorità preposte non abbiano fatto tutto il necessario per soccorrere l’imbarcazione in difficoltà, individuata diverse ore prima del naufragio: la stessa Schlein ha chiesto a Piantedosi di chiarire per quale motivo non sia intervenuta la Guardia Costiera, ma solamente la Guardia di Finanza.

Il ministro, che dapprima aveva spiegato che l’aereo di Frontex, che per primo aveva individuato l’imbarcazione, “non aveva segnalato una situazione di pericolo o ‘distress’ a bordo, indicando una buona galleggiabilità dell’imbarcazione.

Poi le condizioni meteo sono peggiorate diventando particolarmente avverse”, in replica ha aggiunto che “quando si parla di attribuzioni di responsabilità per un evento molto grave, bisogna lasciar fare alla magistratura, che al momento ha iscritto nel registro degli indagati 4 scafisti: non ho difficoltà a tenere informato il Parlamento su quello che attiene al ministero degli Interni, ma diamo valore alla sede più giusta per individuare responsabilità qualora ce ne fossero: io confido molto nelle capacità delle nostre strutture di law enforcement e ricerca e soccorso”.

Le vittime

La tragica contabilità delle vittime accertate sale a quota 67. Ottanta i superstiti (alcuni portati in ospedale, altri nel centro di accoglienza di Isola Capo Rizzuto) mentre si temono altre decine di vittime nel naufragio del caicco avvenuto a largo del litorale di “Steccato di Cutro, nel Crotonese, domenica 26 febbraio: l’imbarcazione, non reggendo alla forza del mare, particolarmente mosso, si è spaccata a poche decine di metri dalla costa, quando l’approdo del viaggio della speranza sembrava ormai a portata di mano. Tra le vittime del naufragio due gemellini di pochi anni e un bimbo di alcuni mesi: in totale una ventina i bambini che hanno trovato la morte.

Mattarella a Crotone

Il capo dello Stato si è recato a Crotone per rendere omaggio alle vittime del naufragio: il presidente ha incontrato i sopravvissuti in ospedale e si è recato alla camera ardente. Mattarella, a poche ora dalla tragedia, aveva espresso il proprio “dolore per il naufragio. È una ennesima tragedia del Mediterraneo che non può lasciare nessuno indifferente”.

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