Lo spettro della corruzione agita di nuovo la politica spagnola

Il governo del presidente Sánchez dovrà superare l’ostacolo rappresentato dall’intransigenza di “Unidos Podemos”, rassicurare il resto degli alleati e frenare chi, nel Psoe, vorrebbe andare a elezioni anticipate

MADRID — Il fantasma della corruzione torna ad agitare le acque della politica spagnola. Il dibattito tra i partiti è scosso in questi giorni dalle accuse incrociate tra le due principali formazioni del Paese, socialisti e popolari, in merito a vicende finiti di recente sulle cronache. Da una parte, l’opposizione ha lanciato un’offensiva contro il governo per il cosiddetto ‘caso Mediador’, nel quale è risultato coinvolto un ex deputato socialista. Dall’altra, il partito del premier Pedro Sánchez accusa i rivali di non applicare lo stesso meto di giudizio in questioni che riguardano propri esponenti: un esempio spesso citato è quello della sindaca di Marbella e senatrice Ángeles Muñoz, sul cui patrimonio ha aperto un’inchiesta il Senato stesso. Tutto avviene a tre mesi esatti dalle prossime elezioni regionali e comunali.

L’ex parlamentare socialista al centro dei sospetti per il ‘caso Mediador’ è Juan Bernardo Fuentes Curbelo, in precedenza dirigente pubblico alle Canarie, arrestato e poi rilasciato con l’accusa di aver favorito affari irregolari di imprenditori nell’arcipelago. Circa due settimane fa, e una volta iniziate a circolare le ipotesi di un coinvolgimento in questa presunta trama, Fuentes si è dimesso da deputato ed è stato sospeso da militante del PSOE.

La vicenda, ripresa da diversi media, ha avuto particolare eco su testate della stampa conservatrice e in dichiarazioni di esponenti dell’opposizione, con il Partito Popolare che ha invocato di “chiarimenti” urgenti, sostenendo di avere il sospetto che ci siano altri socialisti implicati.

“Stiamo venendo a sapere di mazzette, di commissioni, e di una situazione che riguarda un governo regionale, probabilmente uno o più ministeri, buona parte del gruppo parlamentare socialista al Congresso, e a quanto pare, anche di quello al Senato”, ha detto oggi il leader della formazione, Alberto Núñez Feijóo. “Per un partito politico tutto questo è una bomba per quanto riguarda i suoi principi etici, sono già in ritardo nel dare spiegazioni”.

Sul caso Mediador si è espresso lo stesso premier Sánchez, interpellato a proposito nel corso di un’intervista rilasciata a Telecinco. “Esprimo la più assoluta condanna di questi fatti”, ha detto, ricordando che Fuentes Curbelo non è più né deputato né membro del suo partito. “Abbiamo agito poche ore dopo che il caso è venuto alla luce”, ha aggiunto, dicendo poi di non avere “dati” su eventuali altri implicati.

Il PSOE ha costruito la sua reazione agli attacchi degli avversari basandola su una contrapposizione tra questa risposta al ‘caso Mediador’ alla gestione del PP di diverse vicende che ha visto coinvolti suoi esponenti. “Mi sorprende vedere il Partito Popolare così intrepido per questo caso”, ha detto la ministra portavoce del governo, la socialista Isabel Rodríguez, “mi piacerebbe vedere lo stesso atteggiamento nelle situazioni che coinvolgono anche loro”.

Uno dei casi citati è proprio quello della sindaca di Marbella, a cui oggi ha fatto riferimento, ad esempio, il portavoce parlamentare socialista Patxi López. “In tutti i collettivi ci possono essere corrotti e corruttori, ma la differenza sta in come si reagisce”, ha detto, “i socialisti espellono i corrotti, altri si fanno foto e si scambiano baci con sindache a cui pare che sia spuntato denaro su conti in paradisi fiscali”.

Intanto, la delegazione del Partito Socialista alle Canarie ha annunciato che si costituirà parte civile nel processo in corso per il ‘caso Mediador’.

Redazione Madrid

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