Elly Schlein e il Pd all’estero

Elly Schlein, eletta Segretario del Partito Democratico.

Elly Schlein è la nuova segretaria del Partito Democratico.

Si è imposta contro ogni previsione, arrivando come un fulmine prima alla Camera dei Deputati e ora alla guida del più grande partito d’opposizione.

Prima donna ad occupare un posto che assume particolare rilievo in un momento in cui l’Italia sembra terra dominata dalle forze di destra, ha davanti a sé una strada tutta in salita. E non sappiamo se sarà più implacabile il fuoco nemico o quello amico.

Il Partito Democratico, nonostante le belle parole, nasconde al suo interno retaggi di maschilismo e paternalismo difficili da scardinare.

Senza, per fortuna, arrivare agli atteggiamenti beceri di chi, a destra, nonostante la ricaduta di potere di cui gode, ingoia con difficoltà la presenza di una donna a Capo del Governo, Schlein dovrà essere capace di convivere anche con chi avrebbe voluto un uomo a capo del partito.

Potrà farlo se sarà capace di fare un passo avanti, senza astio né voglia di vendetta, accogliendo piuttosto che escludendo, e senza deludere chi crede in lei. Abbiamo visto che c’è una fetta di paese, dentro e fuori i suoi confini, disposta a credere di nuovo nella politica e che aspira ad un mondo diverso, senza paure, senza divisioni, all’insegna della solidarietà e del rispetto per tutti.

È la speranza di chi vuole un’Italia che non abbia paura di toccare temi caldi come il matrimonio omosessuale, l’eutanasia, la lotta contro la violenza di genere. Un’Italia in cui i giovani non siano obbligati al precariato costante e ai tirocini/sfruttamento. Un’Italia in cui le donne non si sentano sole nel ruolo di madri e professioniste e in cui il lavoro di cura sia riconosciuto e pagato. Un’Italia europeista e mediterranea. Un’Italia capace di guardare al mondo con dignità e di avere il ruolo che merita nei tavoli internazionali. Un’Italia in cui la cultura, la ricerca scientifica, l’innovazione e l’istruzione siano considerati pilastri fondamentali per affrontare il futuro da protagonisti. Un’Italia in cui le sue spiagge non si trasformino in cimiteri. Insomma, un’Italia diversa.

Molte di queste battaglie all’estero sono state combattute e vinte, soprattutto, come in Spagna, grazie ai governi socialisti.

I nostri circoli del Pd in ogni città in cui abbiamo una presenza importante di connazionali, sono un’antenna finora troppo sottovalutata e persino derisa da una certa stampa. Nonostante la partecipazione costante, leale, alle votazioni nazionali e di partito.

In questa occasione, secondo i primi dati parziali, sembrerebbe che anche l’estero abbia espresso una chiara preferenza per Elly Schlein che è riuscita ad avvicinare ai nostri circoli tanti giovani e meno giovani che fino a ieri non volevano saperne di politica italiana.

Lo abbiamo constatato anche nella nostra Federazione Iberica in cui la presenza di votanti, soprattutto a Barcellona, è stata molto forte. Ma anche a Madrid e Lisbona abbiamo vissuto una giornata all’insegna dell’ottimismo e della partecipazione.

Elly è una di noi, è vissuta all’estero, in una famiglia mista (madre italiana, padre nordamericano di origine nord orientale), sa cosa significa crescere nel seno di una casa in cui le radici di tutti si mescolano con quelle del luogo in cui si risiede. Speriamo quindi che sappia valorizzare seriamente il patrimonio che il partito e l’Italia hanno fuori dai suoi confini.

I nostri circoli possono e devono diventare le antenne del Pd all’estero, il ponte che permette di capire, da dentro, le innovazioni, i problemi e i successi dei partiti amici, la spalla cui appoggiarsi per mantenere vive le relazioni con il socialismo internazionale.

In questo momento c’è grande ottimismo nei nostri circoli, soprattutto tra le donne democratiche del Pd mondo. Anche chi sosteneva Stefano Bonaccini è pronto a superare la tappa congressuale e a guardare avanti.

C’è voglia di partecipazione, di lavorare insieme, di costruire insieme.

Speriamo che Elly lo capisca. Speriamo di poterlo fare.

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