Ucraina, Medvedev minaccia: “Con altre armi a Kiev sarà l’apocalisse nucleare”

Il presidente russo Vladimir Putin con l'allora primo ministro Dmitry Medvedev in una foto del 2014.
Il presidente russo Vladimir Putin con l'allora primo ministro Dmitry Medvedev in una foto del 2014. ANSA/MAXIM SHIPENKOV

MADRID. – La Russia sembra avere le idee chiare: finché l’occidente continuerà a fornire armi a Kiev, la pace sarà impossibile. Anzi, le conseguenze di queste attività occidentali potrebbero essere “apocalittiche”. Dalle colonne del quotidiano russo Izvestia Dmitri Medvedev, vicepresidente del Consiglio di sicurezza ed ex primo ministro della Federazione, ha lanciato questa mattina le sue minacce all’occidente:

“Naturalmente il pompaggio di armi può continuare e impedire ogni possibilità di rilanciare i negoziati. I nostri nemici stanno facendo proprio questo, non volendo capire che i loro obiettivi porteranno sicuramente a un fiasco totale. A una sconfitta. A un collasso. A un’apocalisse. Dove per secoli ci si dimenticherà delle esistenze precedenti, finché le macerie non smetteranno di emettere radiazioni”.

Le parole del Cremlino

Le parole di Medvedev arrivano il giorno dopo le parole di Putin, il quale ha accusato i paesi dell’Alleanza atlantica di voler “smembrare” la Russia, trasformandola in una serie di deboli ministati. Oggi, invece, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, secondo quanto riporta l’agenzia Tass, ha messo in chiaro: il ritiro dalla Crimea “è impossibile” essendo questa “una parte integrante della Russia”.

Sempre secondo il portavoce, al momento non ci sono le condizioni per “uno sviluppo pacifico”, anche se la Russia intende studiare il piano di pace presentato da Pechino “con grande attenzione”. Peskov, sempre stando a quanto riportato dall’agenzia Tass, si è rifiutato di commentare la possibile fornitura di armi dalla Cina, dal momento che “questa informazione è stata smentita dalla parte cinese”, mentre ha definito “assurde” le nuove sanzioni UE e confermato la preoccupazione del Cremlino per una provocazione armata in Transnistria, regione separatista della Moldavia nel quale si trova un contingente russo.