Spagna, Sánchez, “coincidenze” tra piano ucraino per la pace e posizione cinese

Pedro Sánchez, (REUTERS/Susana Vera)

MADRID — Pedro Sánchez continua a scommettere sul piano di “dieci punti per la pace” proposto dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky. E ora trova “abbastanza in linea” con esso alcuni “elementi” della posizione espressa dalla Cina sul conflitto che preoccupa il mondo: “uno, il no all’uso delle armi nucleari; due, il rispetto all’integrità territoriale”, ha spiegato il presidente spagnolo in un’intervista rilasciata la radio Cadena Ser. “Credo che su questi due principi si può avanzare chiaramente verso la pace”, ha aggiunto.

Ieri, nel corso della sua seconda visita in Ucraina dall’inizio dell’invasione russa di un anno fa, Sánchez è stato impegnato non solo in una fitta agenda di impegni istituzionali, ma anche in diverse interviste televisive. A più riprese, il premier ha sostenuto che l’impegno della Spagna nel sostenere militarmente Kiev risponde alla necessità ucraina di “difendersi dall’aggressione” ordinata da Mosca, e non a una volontà di “attaccare la Russia”.

Ai microfoni della televisione pubblica spagnola e della SER, ha inoltre ha ribadito la disponibilità del proprio governo a “studiare” la richiesta di Zelensky di ricevere dai Paesi occidentali aerei militari. “Non c’è ancora una decisione presa” ha detto, “dobbiamo prima esaminare le capacità di cui possiamo disporre”.

Un altro aspetto affrontato dal premier è relativo a come comportarsi di fronte alla parte dell’opinione pubblica che possa sentirsi preoccupata dalla dinamica continua di appelli dell’Ucraina a ricevere più armi e le conseguenti risposte della Spagna e di altri Paesi occidentali in termini di forniture belliche.

“È inevitabile cercare ad altre vie d’uscita a questo conflitto. Il primo a farlo è stato il presidente Zelensky”, ha detto in merito Sánchez parlando alla SER. Il premier ha invitato a ricordare che “nessuno ha voluto questa guerra, salvo una persona”, ovvero il presidente russo Vladimir Putin. E ha aggiunto, che, a partire da questa premessa, il “dovere” di un politico è quello di “garantire la solidarietà per la legittima difesa di un popolo che in questo momento è sotto attacco”, e, in secondo luogo “lavorare sempre per la pace”.

In dichiarazioni a La Sexta, il presidente si è detto poi disponibile a dar conto al Parlamento degli ultimi invii di armamento, come i carri armati Leopard, decisi in accordo con alleati internazionali.

Parlando ad Antena 3, ha tolto importanza alle voci critiche provenienti da una parte del suo governo per l’invio di armi a Kiev, definendo queste diversità di vedute “sfumature”, e ha risposto all’attacco mosso dal leader dell’opposizione, Alberto Núñez Feijóo, per l’aumento di importazioni in Spagna di gas russo negli ultimi mesi.

“La critica del PP non è giustificata, in primo luogo perché gran parte di quel gas viene in Spagna per essere poi trasportato in Francia e in Portogallo, ma a parte questo, se questo governo ha dimostrato qualcosa, è il suo impegno coerente”, ha detto.

Redazione Madrid