ROMA. – Figura di spicco della televisione italiana, non solo come conduttore ma anche come autore e produttore, conosciuto per la sua presenza carismatica e la sua capacità di interagire con il pubblico, Maurizio Costanzo è scomparso questa mattina all’età di 84 anni. Insieme alla moglie Maria De Filippi, ha segnato la storia della TV italiana con molti dei suoi programmi nell’arco di 50 anni di storia della televisione italiana.
Nato a Roma nel 1938, Costanzo inizia la sua carriera nella radio negli anni ’60. Nel 1976 debutta in televisione come autore del programma “Il Musichiere”, ma è soprattutto “Bontà Loro”, inaugurato nello stesso anno, a segnare un punto di svolta dell’intera televisione italiana: si tratta infatti del primo format televisivo del genere del talk show, preceduto forse da “L’ospite delle 2” portato in tv da Luciano Rispoli che lo precede forse nei tempi (siamo nel 1975) ma certamente non nei riscontri del pubblico.
Lui stesso, nella sua esperienza di docente di comunicazione alla Sapienza, usava definirsi come l’inventore del genere talk, giunto ai giorni nostri ancora molto in voga, seppur con diverse rivisitazioni nei format e soprattutto nei ritmi televisivi, ormai più corrida che salotto. Dopo aver condotti di programmi come “Vieni via con me” e “Buona Domenica”, negli anni ’80 e ’90, Costanzo diventa il volto di programmi di grande successo come “il Maurizio Costanzo Show” che porta all’apice il concetto di talk, e “La vita in diretta”, dove intervista personaggi famosi e si occupa di tematiche di attualità.
La lotta alla mafia
Una delle caratteristiche distintive di Costanzo è stata la sua capacità di creare momenti di grande emozione televisiva, come nel caso dell’intervista a Roberto Benigni, subito dopo la vittoria dell’Oscar nel 1999, che ha fatto commuovere molti italiani.
Allo stesso tempo, Costanzo non ha mai avuto paura di esporre le proprie opinioni su temi di grande attualità, come la politica e la società, diventando spesso oggetto di critiche e polemiche (tra cui quella sull’appartenenza alla loggia massonica P2, da lui prima smentita e poi infine confermata), per le quali finì anche nel mirino della mafia, e non solo per l’amicizia con Giovanni Falcone: in seguito all’omicidio dell’imprenditore Libero Grassi, che nel 1991 si era rifiutato di pagare il pizzo, Costanzo si espose in maniera netta organizzando, insieme a Michele Santoro, una maratona che coinvolse tanto la Rai quanto la Fininvest, proprio contro la criminalità organizzata.
Il 14 maggio del 1993 la mafia rispose facendo esplodere una Fiat Uno a pochi metri dall’ingresso del Teatro Parioli, casa del Maurizio Costanzo Show: Costanzo e la moglie Maria De Filippi, che passavano in auto in quel momento, rimasero illesi, mentre furono lievemente ferite le due guardie del corpo che li scortavano.
Non solo televisione
Oltre alla sua carriera televisiva, Costanzo è stato autore di brani musicali, come la notissima “Se telefonando” di Mina, e ha scritto libri di successo come “Il mondo secondo me” e “L’arte di comunicare”, dove condivide la sua esperienza di giornalista e conduttore. Ha anche prodotto numerosi spettacoli teatrali e cinematografici, come “Una famiglia perfetta” e “Natale da chef”.
Negli ultimi anni Costanzo era tornato alla tv con un format ridimensionato del Maurizio Costanzo Show, ed era stato anche consulente della comunicazione della AS Roma, mentre non aveva mai abbandonato le sue rubriche giornaliere sul Tempo e su Libero. “Ci lascia Maurizio Costanzo: icona del giornalismo e della tv, che ha saputo raccontare anni difficili con coraggio e professionalità. Grazie per aver portato nelle case degli italiani cultura, simpatia e gentilezza. Un pensiero a sua moglie Maria e ai suoi cari. Buon viaggio”, ha detto la premier Giorgia Meloni.