Il Dl Ong è legge, Molteni: “Non accettiamo lezioni sui diritti umani”

Sbarchi di migranti a Lampedusa.
Sbarchi di migranti a Lampedusa. ANSA/CONCETTA RIZZO

ROMA. – L’aula del Senato ha approvato il decreto legge sui flussi migratori (cosiddetto “Dl ong”) con 84 sì, 61 no e 0 astenuti. Il testo, già licenziato dalla Camera, diventa legge. “L’unico Paese che fa soccorso in mare nel Mediterraneo è l’Italia – ha sottolineato in aula il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni, replicando agli interventi delle opposizioni effettuati nella discussione generale tenutasi ieri – Il 50 per cento dei soccorsi in mare li effettuano la Guardia costiera e la Guardia di finanza.

Il nostro Paese, quindi, non deve prendere lezioni in punto di diritto e in termini di tutela dei diritti comunitari. Per questo, credo che le dichiarazioni rese, ad esempio, da alcuni rappresentanti, tra cui il Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa o l’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, siano state delle sgrammaticature da un punto di vista politico.

Infatti non si possono accusare un Governo ed un Paese di voler approvare un decreto per incentivare le morti in mare. Questo è inaccettabile e bene ha fatto il ministro dell’Interno a replicare in modo convinto e determinato allontanando un’ombra infame che il nostro Paese, in nome della propria dignità, non può assolutamente accettare”.

Opposizioni all’attacco

Opposizioni ancora all’attacco nelle dichiarazioni di voto: “Questo è un decreto immorale. Questo è un decreto illegale. Questo è un decreto inapplicabile, che trascinerà l’Italia davanti ai tribunali nazionali e internazionali” sottolinea il senatore M5S Ettore Licheri, che aggiunge: “Non ve la prendete poi con la magistratura, che fa il proprio dovere, perché ve lo stiamo dicendo in quest’Aula che questo decreto è incostituzionale.

Ma voi tutte queste cose le sapete bene. Il fenomeno delle migrazioni ha una dimensione internazionale. Voi lo sapete benissimo. Se si vuole risolvere il problema dei flussi migratori, bisogna cercare alleanze europee. Sì, ma i primi che vi hanno girato le spalle, in questo discorso di alleanze per poter effettivamente offrire una dimensione europea all’approccio al problema, sono stati proprio i vostri amici leader polacchi ed ungheresi. Questo è il problema” conclude Licheri.

Cosa prevede il provvedimento

Il provvedimento contiene disposizioni urgenti in materia di transito e sosta nelle acque territoriali delle navi non governative impegnate nelle operazioni di soccorso in mare. Il testo mira a definire le condizioni in presenza delle quali le attività svolte da navi che effettuano interventi di recupero di persone in mare possono essere ritenute conformi alle convenzioni internazionali, con la conseguenza che, nei confronti di tali navi, non possono essere adottati provvedimenti di divieto o limitazione al transito o alla sosta delle navi nel mare territoriale.

Tra tali condizioni rientrano, ad esempio, il fatto che sia stata richiesta, nell’immediatezza dell’evento, l’assegnazione del porto di sbarco; il fatto che il porto di sbarco assegnato dalle competenti autorità sia raggiunto senza ritardo per il completamento dell’intervento di soccorso; il fatto che siano state avviate tempestivamente iniziative volte a informare le persone prese a bordo della possibilità di richiedere la protezione internazionale e, in caso di interesse, a raccogliere i dati rilevanti da mettere a disposizione delle autorità.

L’articolo disciplina poi gli effetti della violazione del limite o del divieto di transito e sosta nel mare territoriale, sostituendo alla precedente sanzione penale una sanzione amministrativa; viene anche introdotta una nuova sanzione amministrativa in caso di mancata risposta alle informazioni richieste o di mancata ottemperanza da parte delle navi alle indicazioni impartite.

In Commissione alla Camera è stato aggiunto che le navi devono avere le “certificazioni e i documenti” rilasciati dalle competenti autorità dello Stato di bandiera, in luogo delle “autorizzazioni o abilitazioni”; le navi devono essere mantenute conformi a tali certificazioni e documenti “ai fini della sicurezza della navigazione, della prevenzione dell’inquinamento, della certificazione e dell’addestramento del personale marittimo nonché delle condizioni di vita e di lavoro a bordo”.

La richiesta di informazioni o le indicazioni da ottemperare possono provenire, oltre che dalla competente autorità nazionale per la ricerca e il soccorso in mare, anche dalla struttura nazionale preposta al coordinamento delle attività di polizia di frontiera e di contrasto dell’immigrazione clandestina (il riferimento sembra essere alla Direzione centrale dell’immigrazione e della polizia delle frontiera del Dipartimento della pubblica sicurezza del Ministero dell’interno).

Le sanzioni, secondo il testo, si applicano anche quando, successivamente all’assegnazione del porto di sbarco, si accerti la mancanza di una delle condizioni in presenza delle quali le attività svolte da navi che effettuano interventi di recupero di persone in mare possono essere ritenute conformi alle convenzioni internazionali. I proventi derivanti dalle sanzioni amministrative saranno destinati al fondo per l’erogazione di contributi in favore dei comuni di confine con altri Paesi europei e dei comuni costieri interessati dalla gestione dei flussi.

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