L’Inter si ferma a Marassi e il Napoli vola a +15. Verona, una vittoria per inseguire la salvezza

Nicolò Barella e Romelu Lukaku nel top 11 del campionato di calcio.
Nicolò Barella e Romelu Lukaku. ANSA / MATTEO BAZZI

MADRID. – Il Napoli saluta e se ne va. Lo 0-0 dell’Inter a Marassi nel posticipo di lunedì in casa della Sampdoria porta il distacco dei nerazzurri dalla vetta a 15 punti, con la formazione di Spalletti che dopo la vittoria sulla Cremonese mette in questo turno una seria ipoteca sullo Scudetto.

Vero che manca ancora molto, ma Di Lorenzo e compagni, per adesso, hanno ingranato una marcia alla quale le altre sembrano non stare dietro e finché la premiata ditta Osimhen- Kvaratskhelia andrà a segno su questi ritmi, sarà durissima per tutti. Un rullo, la formazione campana, un’orchestra talmente di prim’ordine da potersi permettere di relegare in panchina con pochissimi spazi il Nazionale Raspadori, che sarebbe titolare in qualunque altra squadra.

L’Inter, si diceva. I nerazzurri si fanno imbrigliare da una Samp ancora col fiato corto (-8 dalla zona salvezza) ma comunque in crescita dopo il pessimo girone di andata. I nerazzurri giocano al tiro a segno contro Audero, andando 13 volte a tiro, ma mostrando scarsa mira. Onana, il portiere nerazzurro, si supera invece su Cuisance da lontano, ma è l’unico lampo doriano. La ripresa non porta un’Inter migliore.

Ancora una volta l’imprecisione sotto porta della formazione di Inzaghi fa la differenza, mentre la Sampdoria, nei pochi spazi che l’Inter le concede, sfiora il vantaggio due volte con Gabbiadini. Il finale è l’assalto a Fort Apache – quello del Doria – ma il punto dell’Inter è più perso che guadagnato.

Nell’ultimo match del turno di campionato, il Verona supera di misura (1-0) la Salernitana e prosegue nella rincorsa ad una salvezza che adesso sembra davvero possibile. Decide il belga Cyril Ngonge, arrivato nel mercato di gennaio dagli olandesi del Groningen, al secondo centro in due partite. Inizio d’anno d’oro per gli scaligeri: 12 punti in 7 partite e tre scontri diretti vinti, linea di galleggiamento lontana solo due punti.

La Salernitana invece torna in affanno, non sostenuta affatto da Piatek, “Pistolero” senza più cartucce, incapace di ripetere da quando è tornato in Italia l’annata super in maglia Genoa. Ngonge, dal canto suo, di reti ne avrebbe segnate due, ma la prima (minuto 28), viene annullata per fuorigioco. Al 31’ ecco quella buona, a conclusione dell’azione sull’asse Doig-Lazovic. Poco dopo è Depaoli a sfiorare il gol del raddoppio, mandandola alta da metri zero. La Salernitana si batte, ci prova, ma non è in giornata e nell’unica palla buona, Montipò chiude lo specchio a Piatek. Finale col Verona che sfiora più volte la seconda rete. (Redazione Madrid/9colonne)

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