Spagna, gennaio in salita per il mercato del lavoro con 70.000 disoccupati in più

MADRID — È un mese tradizionalmente poco propizio per il mercato del lavoro, e in questo 2023 non c’è stata eccezione. Gennaio si è chiuso con 70.744 persone in più sui registri dei disoccupati. Una cifra negativa che conferma i segnali di rallentamento dell’economia avvertiti, non solo in Spagna, tra la fine dell’anno scorso e l’inizio dell’attuale. Il governo, comunque, sottolinea che in annate precedenti la disoccupazione nel primo de 12 mesi era stata più alta.

Un anno fa, l’aumento dei disoccupati fu di 17.173 persone: un comportamento del mercato lavorativo poco abituale in questo periodo invernale, che di solito risente maggiormente della fine del periodo festivo e, di conseguenza, dello stop a certi lavori legati ad attività economiche stagionali.

Ma in anni precedenti, fa notare il Ministero del Lavoro, la media era stata superiore, con circa 82.000 disoccupati in più alla fine di ogni gennaio. La congiuntura attuale mette quindi in mostra una relativa tenuta del sistema, visto che ora le persone senza lavoro sono comunque 214.681 in meno.

Il governo mette poi in risalto un altro fatto: ovvero, l’aumento dei contratti a tempo indeterminato rispetto al passato. Sui circa 1,2 milioni di accordi siglati a gennaio, infatti, il 44,2% era di questo tipo. “La riduzione dei contratti temporanei sta permettendo che, per la prima volta, la Spagna registri un tasso simile alla media europea”, ha commentato la vicepremier e ministra del Lavoro Yolanda Díaz.

In termini di creazione di posti di lavoro, il Ministero della Previdenza Sociale ha indicato che sono state registrate 215.047 persone attive in meno. Ma quelle che sono ancora attive sono ancora oltre 20 milioni, un record per il Paese a gennaio.

Il numero di persone attualmente disoccupate resta intanto sotto la soglia dei 3 milioni, una “barriera psicologica” che si punta a non superare per non evocare i fantasmi di tempi più difficili.

Commentando i dati, i principali sindacati, Ugt e Comisiones Obreras, hanno chiesto più strumenti contro “la disoccupazione di lungo termine” e migliori salari. Mentre dalla Confindustria spagnola (CEOE) si chiede di evitare “aumento della fiscalità, dei contributi sociali e dei costi salariali”.

Redazione Madrid

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