Bankitalia: la ricchezza delle famiglie torna a crescere, ma non in termini reali

ROMA – La ricchezza delle famiglie ha registrato, alla fine del 2021, un marcato aumento. Ma, calcolata in termini reali, si rileva una sua calata. È questa la fotografia fatta da Istat e Bankitalia ad un aspetto, tutt’altro che secondario,  dell’economia italiana. Le due istituzioni hanno anche reso noto  che la somma degli attivi reali e finanziarie, al netto dei passivi finanziari, nel 2021 è stata in totale pari a 10 miliari 422 milioni. E cioè, circa 176mila euro pro capite.

La ricchezza, hanno segnalato tra l’altro Istat e Bankitalia, ha ripreso la tendenza manifestata nel 2019, poi interrotta dalla pandemia. E cioè, quella della crescita. Così,  nel 2021, la ricchezza delle famiglie è aumentata di oltre 300 miliardi a valori correnti, con un incremento  di circa il 3 per cento. In termini reali, però, hanno precisato Istat e Bankitalia, è stata registrata una flessione dell’1,1 per cento. In altre parole, un indirizzo in controtendenza all’anno precedente, quando aveva registrato una crescita dell’1,7 per cento.

Dal canto suo, il Ministero del Lavoro, con un comunicato, ha reso noto che nel 2022 sono stati creati circa 380mila nuovi posti di lavoro. È questo un valore superiore a quello registrato nel 2019. Cioè, prima che la pandemia bloccasse il Paese.

Anpal e Bankitalia hanno assicurato che il bilancio del 2022 è stato assai positivo, anche se “si conferma il rallentamento del mercato del lavoro a fine anno”. Le due istituzioni hanno precisato che la crescita dell’occupazione è da attribuire alla componente a tempo indeterminato. In altre parole, agli oltre 400mila posti di lavoro stabili.

Anche se in numero inferiore a quello registrato nel 2021 (-350mila), il numero dei disoccupati si è ridotto di circa 120 milia unità.

Bankitalia e Anpal hanno assicurato che “la ripresa ha riassorbito completamente la caduta causata dall’emergenza sanitaria”. Entrando nei dettagli, nel 2021 le attivazioni nette sono state di 602mila e nell’anno successivo di 382mila. In totale, quindi, di 984mila.

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