Meglio tardi che mai, arriva il Mee Too anche in Italia

ROMA.- Finalmente anche in Italia le donne, soprattutto quelle che hanno raggiunto la fama nel mondo dello spettacolo, hanno deciso di rompere ogni indugio e di denunciare i reati sessuali, le violenze e i ricatti di cui sono state vittime da parte di produttori, registi, attori e tecnici.

La campagna che si chiama “Apriamo le stanze di Barbablù” è stata lanciata dall’Associazione Amleta e in tante, tantissime hanno iniziato a raccontare quello che avevano sempre taciuto coscienti che, nel mondo paternalista in cui si muovevano, la colpa sarebbe ricaduta comunque su di loro. Ancora oggi, più di una volta ascoltiamo affermazioni sessiste che danno per scontato che alcune donne, soprattutto appunto quelle che vogliono realizzarsi come attrici, saltano da un letto all’altro con grande disinvoltura e, perché no, anche con piacere.

C’è anche chi afferma con supponenza: “Nessuno l’obbligava” o “Perché denuncia solo ora?”.

La realtà, naturalmente, è molto più complessa. Le donne che sono state vittime di molestie sessuali e sono rimaste in silenzio, partivano svantaggiate a causa di tutti i clichè che accompagnavano il mondo dello spettacolo e il ruolo che la società assegnava alle donne e agli uomini.

In gran parte erano molto giovani, totalmente inesperte e generalmente con l’aggravante di essere belle. Per molti produttori, registi, attori e tecnici il gran valore che poteva portarle al successo era la capacità di rispondere positivamente alle loro avance. Gli anni trascorsi a studiare recitazione, la bravura, la capacità di entrare in un personaggio, erano doti di minore importanza.

Per fortuna non sempre e non con tutti accadeva la stessa cosa per cui alcune sono riuscite ad evitare questi ricatti e a trovare cammini alternativi che ne hanno messo in evidenza la capacità. Purtroppo per molte altre la carriera è finita lì, nel momento in cui hanno avuto il coraggio di dire un no al potere maschile.

Alcune hanno presentato denuncia presso i tribunali. La conseguenza, anche per loro, è stata la perdita totale di opportunità professionali.

Altre, molte altre, stanno denunciando ora. Lo stanno facendo raccontando le loro storie alla stampa, rendendole pubbliche attraverso il Mee Too nostrano che, per fortuna, è arrivato con forza anche in Italia.

A chi chiede: “Perché solo ora?”, la risposta è molto semplice. Solo ora, e grazie alla voce di tutte, le donne che lavorano nel mondo dello spettacolo, ma non solo, possono essere ascoltate e credute.

Il Mee Too è un luogo che unisce, che rende più forti, uno spazio che permette alle più giovani di lottare contro certi stereotipi, nella consapevolezza che denunciare è possibile, e che non è necessario accettare in silenzio molestie umilianti per avere le stesse opportunità dei colleghi maschi.