Si allarga lo scandalo del Qatargate

La presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola risponde ai giornalisti sul Qatargate.
La presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola risponde ai giornalisti. (Photo by John THYS / AFP)

BRUXELLES.- Sembra proprio che da Strasburgo arriverà l’ok per revocare l’immunità parlamentare agli eurodeputati apparentemente coinvolti nello scandalo denominato Qatargate. Si tratta dell’italiano Andrea Cozzolino e del belga Marc Tarabella, entrambi appartenenti al gruppo socialista.

La richiesta della revoca dell’immunità è stata inoltrata dai magistrati guidati dal giudice istruttore della procura di Bruxelles Michel Claise. La Presidente dell’Europarlamento Roberta Metsola ha assicurato che “i responsabili troveranno questo Parlamento dalla parte della legge”.

Anche il Partito Democratico ha fatto sapere che voterà a favore della revoca affinché possa essere fatta chiarezza.

Fin dall’inizio dello scandalo il segretario del Pd Enrico Letta aveva affermato con fermezza che il Partito Democratico in questa situazione è parte lesa e che farà il possibile affinché si arrivi alla verità. Andrea Cozzolino intanto è già stato sospeso dal partito così come Tarabella in Belgio. Quest’ultimo si è detto favorevole alla revoca dell’immunità parlamentare in quanto non avrebbe nulla da nascondere.

Il vero problema sono i tempi. Il regolamento parlamentare indica che la Presidente Roberta Metsola deve comunicare la richiesta degli inquirenti durante la prima seduta dell’Assemblea in programma il prossimo 16 gennaio. Subito dopo la commissione Affari Giuridici procederà al suo esame e presenterà una raccomandazione che i parlamentari dovranno votare in Aula. L’iter potrebbe protrarsi fino a metà febbraio. Un tempo molto lungo che potrebbe ripercuotersi negativamente sull’immagine dell’istituzione e dei tantissimi parlamentari che sono totalmente estranei a qualsiasi gioco di corruzione. Proprio per questa ragione l’ufficio di Presidenza sta prendendo in analisi la possibilità di ridurre l’iter e stringere i tempi.

Lo scandalo denominato ormai Qatargate è scoppiato prima delle festività natalizie e al momento solamente la ex vice presidente Eva Kaili e l’eurodeputato italiano Antonio Panzeri sono stati colti in flagrante avendo nelle relative abitazioni oltre un milione di euro in banconote. Gli altri imputati sono Francesco Giorgi, ex assistente di Panzeri e compagno di Eva Kaili, e Niccolò Figà-Talamanca segretario generale della Ong No Peace Without Justice. Le tangenti sarebbero partite da Doha e dal Marocco.

Al momento tre paesi sono impegnati nelle indagini, il Belgio, la Grecia e  l’Italia. Alla guida del giudice istruttore Michael Claise stanno lavorando i militari della Guardia di Finanza italiana coordinati dal procuratore aggiunto di Milano Fabio De Pasquale e l’autorità antiriciclaggio della Grecia.

È auspicabile che tutto venga chiarito al più presto per evitare che lo scandalo getti ombre sulle istituzioni europee favorendo l’antipolitica e il populismo antieuropeista.

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