L’Opposizione ha deciso di porre fine al “governo provvisorio” di Juan Guaidó

CARACAS – L’Opposizione al governo del presidente Maduro chiude un capitolo per aprirne un altro fitto di incognite. La decisione di porre fine alla “presidenza interina” apre una ferita che solo un profondo dibattito e una seria autocritica potranno sanare.

L’Assemblea Nazionale eletta nel 2015 ha deciso di porre fine all’esperimento iniziato nel 2019: quello della presidenza “ad interim” di Juan Guaidó. In seconda discussione, e con larga maggioranza, è stata approvata la riforma dello Statuto che governa la transizione. Lo statuto, approvato nel 2018, aveva lo scopo di rispondere al “vuoto di potere” venutosi a creare dopo le elezioni presidenziali. Come si ricorderà, il presidente uscente, Nicolás Maduro, fu rieletto nonostante le contestazioni delle opposizioni e i rilievi mossi da alcuni Stati circa la trasparenza del procedimento elettorale.

La sessione straordinaria dell’AN si è svolta via Zoom. E, come era da aspettarsi, non è stata esente da interruzioni per via delle deficienze della rete internet. Il risultato non ha riservato sorprese. La proposta presentata da “Acción Democratica”, “Primero Justicia e “Un Nuevo Tiempo” ha ottenuto 72 voti a favore e 29 contro. Gli astenuti sono stati 8.

Nell’opinione del coordinatore nazionale di “Convergencia”, Biagio Pilieri, la riforma dello Statuto della Transizione e la conseguente eliminazione della “presidenza provvisoria” avrebbe avuto profonde ripercussioni sia nell’ambito nazionale, sia in quello internazionale.

– In questo modo – ha spiegato Pilieri -, si offrirebbe l’immagine di una opposizione divisa.

Si è quindi rammaricato che non siano state esplorate tutte le alternative possibili per mantenere salda l’Opposizione. Ha considerato che i contrasti potrebbero incidere in maniera negativa nelle primarie per l’elezione di un “candidato unitario” capace di rappresentare, nelle presidenziali del 2024, tutte le anime presenti nell’Opposizione.

Dello stesso tenore i commenti di José Prat, rappresentante di Cause R., che ha considerato che così si favorisce il governo. Richard Blanco, membro della Frazione 16 luglio, ha ratificato il voto negativo alla riforma. E lo ha fatto anche a nome “Alianza Bravo Pueblo”, “Gente Emergente” e “Vente Venezuela”.

Dal canto loro “Primero Justicia”, “Acción Democrática”, “Un Nuevo Tiempo” e “Movimiento por Venezuela” hanno affermato di aver preso atto della proposta di Juan Guaidó e di aver apprezzato la decisione di farsi da parte per permettere l’elezione di un nuovo “presidente ad interim”. Ma hanno anche rilevato che la soluzione proposta non è  quella desiderata dai venezuelani.

“Le dico, signor presidente – ha affermato assai critico il deputato Juan Miguel Matheus rivolgendosi a Guaidó -, che non è il momento di presentarsi come capro espiatorio, come vittima propiziatoria di partiti carnefici”.

Anche Freddy Guevara, esponente di Voluntad Popular, si è rammaricato del fatto che non siano state presentate alternative alla “presidenza provvisoria”. E ha considerato “un suicidio politico” la sua eliminazione.

Guevara ha anche sottolineato che la protezione di beni come Citgo e l’oro in Inghilterra, o il posto occupato nell’Organizzazione degli Stati americani si basano sull’esistenza della “presidenza ad interim”. Dopo aver ritenuto un gesto da irresponsabile la riforma dello Statuto per la Transizione, ha detto che questo è un salto nel buio.

Redazione Caracas

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