ROMA. – “Abbiamo stravolto i pronostici negativi sulla tenuta di FdI, confido che faremo lo stesso sulla durata del governo”. Giorgia Meloni, chiudendo la festa del decennale di Fratelli d’Italia, sancisce quella che è la sua “scommessa”, parlando per la prima volta davanti ai suoi nella doppia veste di premier e Presidente del partito.
Nel suo lungo intervento-intervista, davanti a centinaia di persone stipate nella tensostruttura, e raccolte a Piazza del Popolo, associa orgogliosamente il successo ormai conquistato del suo partito a quello futuro del suo esecutivo. Ribadisce piena sintonia con i suoi alleati, che poco prima le avevano reso omaggio: un videomessaggio prima di Silvio Berlusconi, rimbrottato dalla platea perché un po’ lungo, e poi il collegamento in diretta con Matteo Salvini.
“Oggi, con pieno merito – la benedice il Cavaliere – tocca a Giorgia guidare la coalizione e lo sta facendo con l’autorevolezza e la credibilità che tutti le riconoscono, in Italia e all’estero”. E Il leader della Lega non è da meno, con parole molto franche: “Tra di noi c’è stata competizione? sì. C’è competizione ora? No. Ora vogliamo governare almeno 10 anni!”, esclama tra gli applausi.
E la premier risponde a queste attestazioni d’affetto con altrettanta benevolenza: “Il clima in Cdm è ottimo, gli alleati mi stanno rendendo il compito molto facile”. Molto dura invece nel difendere la sua manovra. Qua reagisce in modo netto alle critiche della Cgil e della Confindustria. “Ho trovato bizzarre le posizioni di alcuni sindacati. La Cgil dice che è una manovra contro i poveri, poi – attacca Meloni – quando viene al confronto con il governo difende il pos e dice che è discutibile la scelta di indicizzare di più le pensioni minime piuttosto che quelle alte, è una cosa che da un sindacato di sinistra non mi aspetterei”. Parole più misurate nei confronti della Cisl: “ha avuto approccio più pragmatico”.
Netto anche il messaggio nei confronti di Carlo Bonomi: “Più della metà delle risorse le abbiamo usate per mettere in sicurezza le imprese. Quando, come fa Confindustria, mi si dice che devo fare di più mi si dica anche dove prendere le risorse. Quando queste realtà legittimamente fanno le loro osservazioni, sono legittimi portatori di interessi, poi non hanno come noi la responsabilità di far quadrare il cerchio”.
Infine non cede un millimetro sulla sua strategia in Europa. Anzi, rivendica il fatto che sui migranti, in vista del vertice di febbraio, la linea dura stia pagando: “L’Italia ha smesso di accettare supinamente qualcosa di inaccettabile e ha alzato la testa: il risultato è che si parlerà del problema. Grazie a noi si riparte dalla difesa del nostro interesse nazionale”.
Difende a spada tratta anche la scelta di parlare “con tutti”, ovvero anche con i leader dei Paesi di Visegrad: “Siamo sempre più convinti che non esista un’Europa di serie A e una di serie B. Questa nostra capacità di dialogare con tutti ci rende centrali e ci dà la possibilità di contare di più”.
Ma al di là dei temi al centro dell’agenda politica, la festa di Fdi è segnata dall’abbraccio di una comunità alla sua leader, il primo dopo il trionfo elettorale. Al suo arrivo entusiasmo alle stelle, salfie e abbracci. Poi l’emozione per le parole della madre di Fabio Antonio Altruda, il pilota dell’Eurofighter caduto qualche giorno fa: “Mi ha molto commosso, mi ha detto: ‘Guardi, sarò forte come lei'”, confida Meloni.
E lei, emozionata ma determinata, riesce a soddisfare le attese, dichiarandosi subito di essere “a casa”. E rivendicando l’orgoglio di “una scommessa”, quella di dieci anni fa, “vinta grazie alla coerenza”. “Siamo un capriccio della politica. Ci sono troppe etichette su di noi messe dagli altri, ma noi – insiste – siamo una proposta troppo profonda per essere dentro questo schema. Non siamo diversi da quello che eravamo: siamo diversi da quello che altri volevano raccontare di noi. La verità viene a galla”.
(di Marcello Campo/ANSA)