Presidente Mattarella sferza il parlamento Ue: “Sorvegliare la democrazia”

Il Presidente Sergio Mattarella in occasione della cerimonia dello scambio degli auguri di Natale e di fine anno con il Corpo Diplomatico
Il Presidente Sergio Mattarella in occasione della cerimonia dello scambio degli auguri di Natale e di fine anno con il Corpo Diplomatico. (Ufficio stampa Presidenza della Repubblica)

ROMA. – La ferma condanna contro la guerra in Ucraina e l’appello affinché i cittadini si prendano cura delle democrazie “vegliando su di loro”. Lo scambio di auguri al Quirinale con il Corpo Diplomatico è l’occasione, per il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, di fare il punto sullo scenario internazionale e sul ruolo che l’Unione Europea e l’Italia sono chiamate a svolgere in questo momento così delicato.

Un anno dopo la pandemia, nessuno si sarebbe aspettato di trovarsi nel mezzo di un conflitto che vede ora un intero popolo ridotto allo stremo “senza acqua, né luce”, spiega il Capo dello Stato che sottolinea come le sofferenze provocate dalla guerra non colpiscano solo gli ucraini, bensì le “fasce più deboli” della cittadinanza di “Paesi diversi, lontani tra loro”, per colpa delle ripercussioni che ne sono derivate come “l’insicurezza alimentare, la difficoltà di approvvigionamenti energetici e la crescita esponenziale dei prezzi”. In questo modo “vengono violati, insieme ai diritti del popolo ucraino, i diritti fondamentali di milioni di persone” che sono “alla base delle nostre democrazie”.

E, a questo proposito, il Capo dello Stato cita Shirin Ebadi, la prima donna musulmana ad aver vinto il premio Nobel per la pace. Lei infatti paragona la democrazia ad una pianta della quale ci si deve prendere cura ogni giorno se la si vuol veder crescere. Se invece “ci si versa sopra una grande quantità d’acqua e poi la si ignora”, questa muore.

Così Mattarella si appella alla “comunità internazionale” affinché ci si prenda cura delle democrazie difendendone “quei valori e ideali che sono la condizione indispensabile perché tutti possano godere dei diritti umani fondamentali”. E questo può avvenire, spiega il Presidente, riponendo fiducia in organizzazioni come le Nazioni Unite “che nacquero proprio per rispondere all’esigenza di tutelare pace e democrazia”.

Secondo Mattarella, “serve una governance globale e un rilancio urgente di un multilateralismo efficace che contribuisca allo sviluppo di un ordine mondiale imperniato sulle Nazioni Unite” e che sia “portatore di pace e giustizia, basato su istituzioni rappresentative, democratiche, trasparenti, responsabili ed efficienti”. Solo attraverso questi strumenti i “giovani potranno guardare con fiducia al futuro”. E invece ora c’è chi tenta di “soffocare le voci dei giovani che manifestano pacificamente”.

Mattarella non cita mai l’Iran, ma il riferimento è chiaro. Così come non fa mai il minimo cenno al Qatargate che sta scuotendo le fondamenta delle istituzioni europee, ma nel suo monito affinché l’Unione Europea (“che nasce come unione di democrazie”) nel suo riformarsi “può e deve porsi come partner affidabile e fornitore di sicurezza responsabile a livello globale”, in molti ravvisano un richiamo affinché si recuperi un’etica della politica per restare saldi e credibili a difesa dei valori fondanti dell’Europa unita. Un’Europa che deve difendere la propria “prosperità, stabilità e sicurezza” non solo come valori, ma anche come “interessi strategici”.

Il Capo dello Stato parla anche di Africa e della rilevanza dei rapporti tra i Paesi africani, l’Italia e l’Ue, perché c’è un “comune destino” e si deve costruire un “futuro condiviso”. Quindi, invita ad una riflessione sui Balcani, regione “fortemente colpita dalla guerra”, con la quale l’Italia condivide sfide come la crisi migratoria e quella energetica. Mattarella sottolinea anche gli sforzi e l’impegno dell’Italia, sia sul fronte degli approvvigionamenti, sia nei vari teatri di crisi. E fa suo l’allarme dell’Unicef: in nessun altro momento della storia recente i bambini hanno avuto così bisogno di assistenza. Il suo auspicio comunque è che si ristabilisca al più presto “una pace giusta perché solo attraverso la pace l’umanità potrà guardare al suo progresso”.

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