Monito del Presidente Mattarella: “Siamo al bivio tra guerra e pace”

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante il suo intervento, alla cerimonia di apertura della VIII edizione della Conferenza Internazionale Rome MED Dialogues
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante il suo intervento, alla cerimonia di apertura della VIII edizione della Conferenza Internazionale Rome MED Dialogue (foto di Francesco Ammendola - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

ROMA. – Un appello all’unità e ad “uno spirito di forte solidarietà” per gestire i flussi migratori, questione cruciale “per la stabilità e per la prosperità dell’Ue e del vicinato meridionale”. Il capo dello Stato, Sergio Mattarella, apre l’ottava edizione della Conferenza Rome Med – Mediterranean Dialogues, nella Capitale.

E coglie l’occasione per fare il punto sui principali temi internazionali: dalle migrazioni, recentemente al centro di nuove fibrillazioni in Europa, alla guerra in Ucraina; dalla crisi alimentare alle potenzialità della regione euro-mediterranea-africana, da cogliere anche sul delicatissimo fronte energetico.

“Ancora una volta siamo di fronte al bivio Cosa permette di guardare al progresso dell’umanità? La guerra o la pace? Dobbiamo partire da quei principi posti alla base della nostra convivenza civile e fondati nel quadro delle Nazioni Unite”, afferma Mattarella. Che avverte il pericolo di “una polarizzazione a livello internazionale” e della “esasperazione delle diversità, certo esistenti”, ma “che un dialogo efficace può contribuire a ridurre”.

Il suo intervento entra nel vivo prendendo spunto proprio dal titolo dell’edizione di Med, “Resistere alla tormenta”. Parole che richiamano l’accentuarsi delle situazioni di conflitto, “da cui non è più assente l’Europa con le circostanze tragiche in cui l’inaccettabile aggressione della Federazione Russa all’Ucraina ci ha precipitato”, dice presidente della Repubblica. Ma che hanno il merito anche di indicare la strada da percorrere: “Il multilateralismo”.

La conseguente crisi degli approvvigionamenti alimentari che affligge il sud del Mediterraneo merita un focus a parte. Bisogna “individuare soluzioni urgenti” e “concrete”, sprona il capo dello Stato. E al contempo “continuare sulla strada della promozione di sistemi agro-alimentari sostenibili”. Serve, inoltre, lavorare insieme, “per il consolidamento dei processi istituzionali e democratici, soprattutto laddove essi sono più direttamente minacciati – rimarca -, come in Siria e nella regione del Sahel”.

L’iniziativa, a cui prendono parte anche i presidenti di Mauritania e Niger, per Mattarella rappresenta, poi, “una diretta e concreta testimonianza dell’attenzione con la quale l’Italia guarda al Mediterraneo allargato”. Uno spazio definito “di condivisione”, in cui bisogna “ampliare, con coraggio e intraprendenza gli ambiti di cooperazione, sovvertendo una narrativa che vede troppo spesso nel Mediterraneo e nell’Africa soggetti di un arco di crisi e regioni produttrici di instabilità”.

Al contrario, una visione unitaria dell’intera regione euro-mediterranea-africana, fa emergere – secondo il capo dello Stato – come questa area sia “oggi uno spazio di opportunità, in gran parte ancora da mettere in valore”. A partire dalle “potenzialità esistenti in termini di energie tradizionali e rinnovabili”.

La chiosa, incisiva, è sulle migrazioni: “La crescita dei Paesi posti sulle rive del Mediterraneo passa anche per una comune e lungimirante gestione dei flussi migratori che impoveriscono i paesi di origine di energie utili allo sviluppo delle loro comunità. Si tratta di una questione decisiva e globale – secondo Mattarella -, che appare vano pensare possa eclissarsi e che dobbiamo, invece, in una logica di comune interesse, impegnarci a gestire”.

Anche su questo terreno, quindi, il presidente invoca l’unità d’intenti di diplomazie, istituzioni nazionali ed internazionali, a cominciare dall’Ue: “Sono chiamate a un impegno comune fra loro e con quei Paesi – penso alla difficile situazione che continua ad attraversare la Libia – più esposti a questo fenomeno. Anche in questo caso sono in gioco la vita, il destino e la dignità degli esseri umani”.

(di Paola Lo Mele/ANSA)

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