Amarcord: l’italo-venezuelano Gustavo Maggi al Mondiale Inghilterra 1966

CARACAS. – E siamo arrivati al settimo capitolo dei venezuelani che hanno presenziato un mondiale di calcio.

Nel 1966, la kermesse iridata fu ospitata dall’Inghilterra: la nazionale dei “Tre leoni” non solo giocava davanti ai suoi tifosi, ma anche sotto lo sguardo attento della Regina Elisabetta. Gli inglesi non volevano ripetere la prestazione del Brasile nel 1950 che erano rimasti a bocca asciutta nel Maracaná. La nazionale britannica motivata dell’idea di giocare la finalissima nella splendida cornice di Wembley superarono nell’ordine: Ungheria (0-0), Messico (2-0) e Francia (2-0) nel primo turno. Poi fu il turno di Argentina (1-0), Portogallo (2-1) e Germania (4-2) nella finalissima rimasta alla storia per il famoso gol fantasma di Hurst.

L’edizione del 1966 é stata la prima che ha avuto una mascotte ufficiale (Willy il leone) ed un inno ufficiale (World Cup Willie).

Il Portogallo di Eusebio con 17 reti fu la nazionale con più reti segnate, alle sue spalle la Germania con 15. Mentre Bulgaria, Messico e Svizzera salutarono il torneo con un solo gol segnato.

La Vinotinto per la prima volta prese parte alle qualificazioni nelle quali affrontò Perú ed Urugay. La nazionale non riuscì a qualificarsi per la kermesse iridata, ma ebbe un degno rappresentante l’italo-venezuelano Gustavo Maggi  che era nel giro della Federación Venezolana de Fútbol e faceva parte dei membri del comitato organizzatore del mondiale.

Nel 1966 ci fu anche la prima trasmissione in diretta su un canale televisivo venezuelano: la storica gara fu Brasile-Ungheria, vinta 2-0 dai verdeoro. Le altre gare furono trasmesse in differita alle 21:30 sul canale 11.

L’Italia fu eliminata a sorpresa nella fase a gironi dalla Corea del Nord: sconfitta per 0-1.

Prima dell’inizio della kermesse iridata la Coppa Jules Rimet, che era esibita in una stazione di treni a Londra, fu rubata e poi ritrovata grazie al fiuto del cagnolino “Pickles” in un parco.

(di Fioravante De Simone / redazione Caracas)

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