Governo: manovra alla prova Parlamento, incognite tempi e coperture

Camera dei deputati durante l'intervento del ministro degli Interni, Matteo Piantedosi, a Montecitorio,
Camera dei deputati durante l'intervento del ministro degli Interni, Matteo Piantedosi, a Montecitorio, Roma 16 novembre 2022. ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI

ROMA. – La manovra arriva alla Camera per una, annunciata, corsa contro il tempo con margini di modifica davvero ristretti e – allo stato – qualche incognita anche sul fronte delle coperture. L’ultima bozza circolata in questi giorni non definisce, infatti, ancora alcune delle fonti di finanziamento a cui il governo attingerà.

Ci saranno sicuramente risparmi di spesa, come quelli sul Reddito, ma la norma sugli extraprofitti, che dovrebbero salire al 35% cambiando la base imponibile dal fatturato agli utili, rimane ancora vuota. Figurano poi diverse micro-coperture (dalle sigarette ai giochi, al balzello sulle assicurazioni). Si aggirerebbe tra i 300 e i 500 milioni, invece – secondo quanto viene riferito – il tesoretto per le modifiche parlamentari che viene generalmente previsto in manovra.

Non è una grossa cifra ma è chiaro che i partiti non rinunceranno, comunque, a provare a presentare le proprie proposte. E’ già stata convocata per martedì pomeriggio una riunione dei capogruppo della commissione Bilancio di maggioranza per fare il punto anche sugli eventuali emendamenti. Con l’idea di provare a contingentarne in qualche maniera il numero anche in considerazione del taglio del numero dei parlamentari che sono 200 in meno in questa legislatura.

Ma le incognite sono tante e i tempi davvero risicati. Forza Italia ha già fatto capire di ritenere la manovra migliorabile e, dunque, non mancheranno emendamenti mirati, a partire dalle pensioni minime, defiscalizzazione e flat tax. “Sulla manovra – ha sottolineato la capogruppo azzurra in Senato Licia Ronzulli confermando di fatto qualche mal di pancia in Fi – Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi si sentono quando c’è da sentirsi”.

La Lega invece – che ha più di una ‘bandierina’ da rivendicare in manovra (l’ultima in ordine di tempo che si è intestata è quello dell’esenzione Imu per i proprietari di immobili occupati) – ha fatto intendere di ritenersi al momento soddisfatta della legge di bilancio e che ci sarà comunque spazio più avanti per poter ragionare su interventi più ampi. Il ragionamento – viene fatto notare – è anche quello fatto dal ministro Giorgetti di una manovra “prudente” per consentire anche maggiore forza sul fronte della partita del patto di stabilità in Europa.

Intanto le opposizioni si muovo a ranghi sparsi. In settimana è atteso l’incontro tra la premier Meloni e Carlo Calenda che le presenterà le proposte del Terzo Polo. Il Pd scenderà in piazza il 17 dicembre. “Non si risparmia sul reddito di cittadinanza e sull’assegno unico per i figli. In una fase difficile per inflazione e caro energia – ha attaccato anche oggi Graziano Delrio – serve una manovra coraggiosa e redistributiva. Quella del governo Meloni è un colpo a chi è già fragile”.

M5s non sarà in piazza con i Dem ma, come ha spiegato Giuseppe Conte, sarà in una sorta di “mobilitazione permanente” per raccontare in varie piazze e città italiane, molte storie sul reddito di cittadinanza. Una misura sulla quale Conte si dice pronto a discutere di eventuali “miglioramenti” ma, va giù duro: cancellarlo “sarebbe un proposito miserevole ed esecrabile, follia pura”.

Marciano divisi anche i sindacati con la Cgil che ha fatto sapere di non escludere uno sciopero mentre il leader della Cisl Luigi Sbarra ha frenato: “Per noi la via del dialogo è necessaria. Parlare di mobilitazione è prematuro”.

(di Alessandra Chini/ANSA)