Meloni difende la manovra, ma è già pressing alleati

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha tenuto un intervento all’Assemblea nazionale di Confartigianato - Imprese 2022, presso l'Auditorium della Conciliazione
Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha tenuto un intervento all’Assemblea nazionale di Confartigianato - Imprese 2022, presso l'Auditorium della Conciliazione. (Ufficio stampa Presidenza del Consiglio)

ROMA. – È “orgogliosa” per “una manovra scritta in tempi record”. E ora Giorgia Meloni si aspetta di portarla in fondo senza incidenti di percorso. Anche se servirà uno sforzo di rapidità. E nonostante le critiche di chi non vede prospettiva in molte delle misure su cui sono stati stanziati 35 miliardi.

Lo dicono chiaro e tondo i leader di opposizione. Incluso Carlo Calenda, che si è detto disponibile a incontrare Meloni: proposta accettata, appuntamento fissato per la settimana prossima. E lo ha notato il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, che in un’intervista a La Stampa ha definito la legge di bilancio “a tempo e senza visione”, con le misure contro il caro energia solo fino ad aprile.

E pure nella stessa maggioranza si registra un’euforia più contenuta nelle ultime ore. È “povera e insufficiente”, lamenta qualche leghista. FI preme già per aumentare ulteriormente le pensioni minime e Noi moderati mette in dubbio l’opportunità di lanciare subito Quota 103, definita “Pensione Anticipata Flessibile” nella bozza del testo.

Di prima mattina, conclusa la lettura dei giornali, la premier sui social ha difeso le scelte del governo. “Una legge di bilancio coraggiosa e concreta, che bada al sodo e offre una visione sulle priorità economiche – ha scritto -. Favorire la crescita, aiutare i più fragili, investire nelle famiglie, accrescere la giustizia sociale, sostenere il nostro tessuto produttivo, scommettere sul futuro: questa la nostra ricetta per ridare forza e visione all’Italia. Avanti a testa alta”.

Più tardi, è arrivata l’esplicita risposta a Bonomi da un fedelissimo di Meloni. “Un qualunque imprenditore, in tale incertezza, non avrebbe la faccia di dire che sa esattamente l’andamento nel 2023 – ha notato il sottosegretario Giovanbattista Fazzolari -. Non credo che possa pretendere che lo faccia lo Stato”.

Solo a fine giornata ha iniziato a circolare il testo della manovra che ha preso forma dopo le intese raggiunte in Consiglio dei ministri lunedì sera. Fra i 136 articoli qualche sorpresa: un fondo per la sovranità alimentare da 25 milioni all’anno dal 2023 al 2026, lo stop per due anni dell’adeguamento Istat delle multe, 400 milioni per le opere di Milano-Cortina, accise sulle sigarette aumentate di 70 centesimi in media a pacchetto, nuove esenzioni all’obbligo di consentire piccoli pagamenti, sotto i 30 euro, anche con carte e bancomat, 200 milioni per l’aumento di indennità per il personale di pronto soccorso e l’ampliamento della rete dei centri di permanenza per i rimpatri dei migranti.

Ora, dopo la bollinatura del Quirinale, la manovra (che non sarà accompagnata quest’anno da un dl fiscale, proprio per i tempi stretti) è attesa in commissione Bilancio alla Camera fra venerdì e il prossimo lunedì. Il relatore dovrebbe essere un deputato di FdI (Ylenja Lucaselli o Paolo Trancassini): un ruolo delicato, perché dovrà mediare ed evitare sorprese che rischiano di rallentare l’iter. Probabilmente si parlerà delle tempistiche anche a margine del Cdm di domani, chiamato a deliberare i funerali di Stato per l’ex ministro Roberto Maroni.

Intanto, una riunione di maggioranza ha stabilito un metodo sugli emendamenti: rispetto ai 6.290 presentati (diventati poi 600 ‘segnalati’) l’anno scorso, servirà un contingentamento, proporzionale al taglio che ha dimezzato i parlamentari. Il Mef sta valutando le risorse a disposizione per le modifiche, e si ipotizza anche una quota destinata all’opposizione. Meloni ha accolto la proposta di un confronto sulla legge di bilancio lanciata da Calenda, secondo cui la premier “è nuova” nel ruolo e “va aiutata, non solo contestata”.

Ma le principali modifiche sono attese da quello interno al centrodestra. “Mi domando se quota 103 sia fondamentale farla in questa manovra e non l’anno prossimo”, osserva il leader di Nm, Maurizio Lupi, “forse è più efficace farlo nel 2024 con una riforma complessiva del sistema pensionistico”.

Non risultano contatti fra Meloni e Silvio Berlusconi: il testo è migliorabile per il leader di FI, che ha dato mandato a presentare emendamenti su pensioni minime, defiscalizzazione e flat tax, continuando il pressing per lo sblocco dei crediti del superbonus nell’Aiuti quater.

Ufficialmente la Lega è “contenta e soddisfatta”: Matteo Salvini nella riunione con i suoi parlamentari ha difeso il senso politico della manovra, “dare di più a chi ha di meno”, consapevole che gli spazi per strappare altro, sono ridottissimi. Il messaggio, in sostanza, è “faremo meglio nelle prossime manovre”.

(di Paolo Cappelleri/ANSA)

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