Addio a Hebe de Bonafini, l’icona delle Madri di Plaza de Mayo

In una foto d'archivio Hebe de Bonafifini con Papa Francesco.Hebe de Bonafini, recibida por el papa Francisco

BUENOS AIRES. – Aveva perso due figli e la giovane nuora, inghiottiti nella tragedia dei desaparecidos argentini, e ha dedicato tutta la vita con il suo pañuelo, l’inseparabile fazzoletto bianco, in testa a rivendicare giustizia e verità, sfidando la dittatura militare argentina a cavallo degli anni ’80. Hebe Bonafini, l’iconica leader delle Madri di Plaza de Mayo è morta a 93 anni a la Plata, lasciando in lutto e con un profondo vuoto il mondo dei diritti umani, con la Casa Rosada “profondamente addolorata” che ha indetto, a nome del governo del presidente Alberto Fernandez, tre giorni di lutto.

E sui social si è abbattuta un’ondata di commozione: non solo i figli, le mamme e le nonne di Plaza de Mayo ma anche tantissimi argentini postano un ricordo, un saluto, una frase per ricordare Hebe. Nella prima metà di ottobre Hebe era stata ricoverata per tre giorni nell’Ospedale italiano di La Plata per accertamenti che non avevano evidenziato particolari patologie, ma successivamente i suoi malanni erano tornati obbligandola ad ospedalizzarsi di nuovo.

Forte e battagliera, ha affrontato fin dagli anni della dittatura (1976-1983) i militari al potere e poi, in democrazia, i governi, non quello di Ricardo Alfonsin, ma quello di Carlos Menem, che hanno cercato di amnistiare i responsabili delle giunte delle Forze armate, primo fra tutti il generale Jorge Rafael Videla. La sua battaglia radicale ad un certo punto creò attriti anche all’interno dei movimenti di difesa dei diritti umani, al punto che Le Madri che avevano un atteggiamento più moderato crearono un altro gruppo denominato Madri di Plaza de Mayo – Linea Fundadora.

Hebe comunque continuò ad essere una protagonista, conosciuta a livello internazionale, rivendicando “verità e giustizia” e continuando a scendere ogni giovedì in Plaza de Mayo per partecipare alle ‘rondas’ per ricordare come la dittatura argentina avesse provocato molte migliaia di desaparecidos (‘simbolicamente 30.000’), fra cui due suoi figli, Jorge Omar e Raúl Alfredo.

Promotrice di numerose iniziative, fra cui una Università dei diritti umani, avrebbe festeggiato i suoi 94 anni il prossimo 4 dicembre. Parlando con l’ANSA, la più nota delle Madri di Plaza di Mayo d’origine italiana, Vera Jarach, ha detto che “mentre gli argentini sono oggi attratti dall’apertura dei Mondiali di calcio, noi stiamo piangendo una compagna di tante battaglie che se ne è andata”. Con lei, ha aggiunto, “abbiamo condiviso il dolore per i figli perduti, le lotte per la giustizia e militato con il proposito di diffondere fra la gente l’importanza della memoria”. “Abbiamo avuto a volte posizioni diverse, è vero – ha concluso – ma abbiamo percorso un cammino comune per la giustizia sociale e perché le giovani generazioni prendano a noi il testimone della battaglia per i diritti umani”.

(di Maurizio Salvi/ANSA)

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