Presidente Mattarella: “Ora pazienza, lavorare insieme su migranti”

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Varese alla cerimonia d’inaugurazione dell’anno accademico 2022/2023 dell’Università degli studi dell’Insubria (foto di Francesco Ammendola - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Varese alla cerimonia d’inaugurazione dell’anno accademico 2022/2023 dell’Università degli studi dell’Insubria (foto di Francesco Ammendola - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

ROMA. – Ci vuole tanta “pazienza” per portare avanti l’integrazione europea, passo dopo passo, giorno dopo giorno. Dalla crisi migratoria a quella dell’energia, con il cambiamento climatico che le racchiude entrambe, nessun Paese, per grande che sia, può pensare di marciare da solo. Sergio Mattarella lo ripete da giorni e oggi dall’università dell’Insubria di Varese aggiunge la parola “pazienza” e nessuno sa se sia più dedicata al governo o all’Unione europea.

Quel che è certo è che il presidente della Repubblica fa una sottolineatura che sarebbe stata ovvia in passato ma non lo è di questi tempi: “la politica estera è di competenza del governo”. In effetti il capo dello Stato ha già fatto il massimo per riannodare i fili del rapporto con Emmanuel Macron sul tema delle navi Ong che chiedono l’approdo in Italia.

La crisi tra Roma e Parigi sui migranti appare oggi almeno congelata e il presidente non può, non deve e non vuole fare di più. La parola è ora al governo e all’Unione europea e le prossime settimane saranno determinanti per capire se avrà vinto la “pazienza” o l’oltranzismo.

“Cinque anni fa sono stati celebrati i Trattati di Roma, ovviamente era il governo presente perchè la politica estera compete al governo, ma la sera al Quirinale ho detto che esistono Paesi piccoli e Paesi che non hanno ancora capito di essere piccoli perché nessuno anche il più grande può fare da solo”, premette Sergio Mattarella in un breve discorso a Varese da dove ricorda l’importanza produttiva dell’area e la capacità di apertura dell’ateneo alle dinamiche internazionali.

Ma è sulla necessità ormai ineludibile di cooperare che il presidente insiste spiegando che chi guarda al passato è solo un sognatore: “L’integrazione va costruita giorno per giorno, con pazienza. Occorre continuare malgrado ogni tanto affiorino illusioni di ritorno indietro rispetto alle sfide che abbiamo. Sfide come quella della sanità, che richiede un’integrazione collaborativa mondiale. Sfide come quella del cambiamento climatico, delle migrazioni, dell’economia globalizzata, dove grandi soggetti operano totalmente svincolati dalle regole. Tutti impegni che nessuno Stato è in condizione di affrontare da solo e richiedono un comune impegno”.

Da sempre il presidente ricorda come dalle crisi si debba far tesoro visto che hanno accompagnato il cammino dell’Europa sin dagli albori. E non a caso si aggancia al famosissimo Trattato di Parigi del 1951 che diede il via alla Comunità europea del carbone e dell’acciaio (Ceca) per un parallelo con l’attuale discussione sul prezzo del gas: “la prima struttura europea organizzata fu la Ceca, la comunità del carbone e dell’acciaio. Siamo noi in condizioni di farlo nella Ue sull’energia? E’ un esempio eclatante che dimostra che l’integrazione va costruita giorno per giorno”. “Mai perdere la speranza anche quando tutto sembra senza via d’uscita”, esorta Mattarella prima di fare rientro a Roma.

(di Fabrizio Finzi/ANSA)

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