USA: i democratici esultano, il controllo del Senato a un passo

NEW YORK. – Il senatore ex astronauta Mark Kelly conquista la rielezione in Arizona e spinge i democratici verso il controllo del Senato per altri due anni. La vittoria sul trumpiano Blake Masters concede infatti ai liberal 49 dei 50 seggi necessari per la Camera alta, dove possono contare anche sul voto decisivo della vicepresidente Kamala Harris. Anche i repubblicani hanno per il momento 49 seggi, ma per conquistare la maggioranza in Senato sono obbligati a vincere tutti e due quelli non ancora assegnati, uno in Nevada e l’altro in Georgia, dove la sfida fra il democratico Raphael Warnock e il repubblicano Herschel Walker sarà decisa al ballottaggio del 6 dicembre.

La sconfitta di Masters, il candidato di Donald Trump, non fa altro che alimentare le divisioni interne al Grand old party, dove cresce il coro di senatori che chiede di posticipare il voto sulla leadership in calendario mercoledì 16 novembre e ritenuto un referendum su Mitch McConnell, nemico dell’ex presidente.

Proprio Trump si è scagliato contro l’esito del voto in Arizona: “Idioti e probabilmente corrotti funzionari hanno perso il controllo del voto in Arizona. Una nuova elezione deve essere convocata immediatamente”, ha invocato il tycoon, alludendo anche alla vittoria del democratico Adrian Fontes, eletto segretario di stato dopo aver battuto Mark Finchem, membro del gruppo di estrema destra degli Oat Keepers, sostenitore della teoria trumpiana sul voto rubato e uno dei manifestanti dell’assalto al Congresso del 6 gennaio.

Sebbene impegnato con il matrimonio della figlia Tiffany, l’ex presidente sta continuando a seguire passo passo il voto e a dominare il dibattito politico in America. Mentre lavora al grande annuncio del 15 novembre, quando ufficializzerà la sua candidatura al 2024, Trump ha fatto anche causa alla commissione d’inchiesta sul 6 gennaio per bloccare la sua convocazione a testimoniare: ad un tribunale della Florida il tycoon ha infatti chiesto un ordine che dichiari il mandato di convocazione spiccato nei suoi confronti non valido e inapplicabile.

Un’iniziativa destinata da una parte a creare ancora più caos nel partito repubblicano, dall’altra a motivare i democratici che seguono speranzosi lo spoglio. In Arizona non è stata ancora dichiarata la vincitrice fra la liberal Katie Hobbs e la trumpiana Kari Lake per il ruolo di governatore. Il faro però è tutto sul Nevada, dove il conservatore Adam Laxalt e la liberal Catherine Cortez Masto sono testa a testa (48,5% contro 48,4%) nella corsa al seggio in Senato. Proprio quel seggio che potrebbe regalare la vittoria ai democratici senza dover aspettare il 6 dicembre.

Sul ballottaggio della Georgia si stanno intanto riversando milioni di dollari di donazioni. E se i dem guardano con preoccupazione al ballottaggio (nel caso in cui non vincessero in Nevada), i repubblicani tremano: il timore è che l’attesa candidatura di Trump e una sua eventuale campagna a favore di Walker non facciano altro che consegnare una larga vittoria ai liberal.

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