Kiev chiude ai negoziati: “Ora il Donbass e la Crimea”

Cittadini di Kherson sfollati temporalmente a Odessa, festeggiano sventolando le bandiere dell'Ucraina
Cittadini di Kherson sfollati temporalmente a Odessa, festeggiano sventolando le bandiere dell'Ucraina. (Photo by Oleksandr GIMANOV / AFP)

ROMA. – Per la prima volta dopo mesi di occupazione russa, i cittadini di Kherson si sono risvegliati in una città libera e tappezzata delle bandiere gialle e blu dell’Ucraina. E nonostante la mancanza di cibo, luce, acqua e internet, l’euforia della vittoria continua a pervadere la città, mentre la Russia si lecca le ferite per una ritirata che porta il caos fin dentro le stanze del potere a Mosca.

Forte delle “battaglie vinte sul campo”, Kiev oggi ha chiuso la porta al dialogo. “Non credo che la questione della ripresa dei negoziati sia possibile ora”, ha fatto sapere il procuratore generale dell’Ucraina Andriy Kostin. “La guerra continua”, ha rincarato il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba, perché “finché vedremo la Russia mobilitare coscritti e portare più armi, ovviamente continueremo” a combattere. Fino a riconquistare tutto il Paese.

“Non dimentichiamo nessuno, non lasceremo nessuno indietro”, ha assicurato il presidente Zelensky, promettendo che dopo Kherson, anche il Donbass e la Crimea conosceranno la gioia della liberazione. Mosca da parte sua, ferita ma non ancora sconfitta, ha nominato la città di Genichesk capitale amministrativa temporanea della regione di Kherson, che come affermato ieri dal Cremlino continua ad essere ritenuto “territorio russo” malgrado il ritiro.

Mentre l’ex presidente Dmitri Medvedev ha alzato ancora il tiro delle minacce: “Continueremo a riprenderci i territori russi. Per ovvie ragioni, non abbiamo ancora utilizzato tutto il nostro arsenale di possibili armi di distruzione”, ma “tutto ha il su tempo”.

Minacce che Kiev non intende sottovalutare: l’aeronautica ucraina ha lanciato l’allarme sulla possibilità di un massiccio attacco missilistico russo nei giorni del G20 a Bali, mentre Kuleba ha accusato Mosca di giocare agli “hunger games” (i giochi della fame) con le spedizioni di grano. Proprio Kuleba oggi ha incontrato in Cambogia al vertice Asean il segretario di Stato Usa Antony Blinken, che ha assicurato che sarà Kiev a “decidere i tempi e i contenuti” di eventuali negoziati con la Russia dopo le indiscrezioni filtrate ieri su un’amministrazione Biden divisa sulle trattative.

Vladimir Putin intanto, alla vigilia di un G20 che si annuncia particolarmente complicato per la Russia (lui non ci sarà), prova ad uscire dall’isolamento internazionale cercando la sponda giusta per rialzarsi dopo il colpo di Kherson, e in una telefonata con il presidente iraniano Ebrahim Raisi ha discusso “l’ulteriore rafforzamento della cooperazione” con Teheran. Che in termini concreti vuol dire armi.

Sul terreno invece le truppe ucraine hanno ripreso 60 insediamenti nella regione di Kherson, mentre a sud hanno annunciato di aver liberato tremila chilometri quadrati di territorio in 24 ore. Ma anche nella città liberata continuano i timori per le mine nascoste dai russi, costringendo le autorità ad annunciare un coprifuoco notturno e “misure di stabilizzazione” con sminamenti, limitazioni all’ingresso e la caccia ai soldati invasori nascosti tra i civili. La guerra continua poi sul lungo fronte dell’invasione russa.

L’inferno ora è a Donetsk, dove ci sono “battaglie feroci”, ha denunciato Zelensky, mentre a Kharkiv l’Aiea ha segnalato gravi danni ad un centro di ricerca nucleare. E si scoprono nuovi orrori a Mykolaiv, con i media ucraini che pubblicano le foto di una stanza per le torture usata dai russi a Snigurivka. Ma se nella desolazione è difficile parlare di bellezza, ci ha pensato Banksy a portare l’arte tra la devastazione del conflitto: alcuni graffiti del celebre street artist sono comparsi sulle macerie degli edifici bombardati di Borodyanka, villaggio martire nei pressi di Kiev. Tra questi, una giovane ginnasta in equilibrio sulle rovine, che regala una sensazione di leggerezza tra le pesanti conseguenze della guerra.

(di Stefano Intreccialagli/ANSA)

Lascia un commento