Scontro Roma-Parigi. Meloni tira dritto, si muove l’Ue

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in conferenza stampa presso la sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio
Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in conferenza stampa presso la sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio. (Ufficio stampa Presidenza del Consiglio)

ROMA. – L’Ue tenta una mediazione per risolvere la crisi Italia-Francia, che rischia di far saltare la già fragile impalcatura sui migranti. La Commissione, per bocca del vice presidente Margaritis Schinas, ha annunciato che sta lavorando ad “un piano d’emergenza” ed ha chiesto una riunione straordinaria dei ministri degli Interni, prima del Consiglio di dicembre.

Lo scatto di Bruxelles è arrivato al termine di una nuova giornata di scontro tra Roma e Parigi sul caso Ocean Viking. Da una parte Giorgia Meloni, che ha tenuto il punto, ricordando che “solo quest’anno l’Italia ha accolto 90mila profughi”. Dall’altra la ministra per gli Affari europei Laurence Bonne, che ha parlato di un “rapporto di fiducia” tra i due Paesi ormai “rotto”, come dimostrano i 500 gendarmi già schierati dai francesi per blindare i confini con l’Italia.

Meloni è intervenuta in conferenza stampa il giorno dopo lo strappo di Parigi che ha portato alla sospensione dell’intesa sui ricollocamenti. La premier ha difeso la decisione di Roma di non far attraccare la nave della Sos Méditerranée, dicendosi “molto colpita” dalla “reazione aggressiva, ingiustificabile e incomprensibile” dei francesi. Poi ha messo in evidenza “due numeri”: i “230 migranti” sulla Ocean Viking, “la prima nave” di una ong “che abbia mai attraccato in Francia”, oggi a Tolone, ed i “quasi 90mila che l’Italia ha fatto entrare” solo quest’anno.

Quanto ai ricollocamenti, ce ne sono stati soltanto 117 sugli 8mila concordati, appena 38 in Francia: “Qualcosa non va”, ha stigmatizzato la premier. Alla radice del problema migratorio, secondo Meloni, c’è sempre la mancata solidarietà all’interno dell’Ue. “Non è scritto in nessun accordo che l’Italia debba essere l’unico porto di sbarco”, bisogna adottare una “soluzione comune” che preveda “la difesa dei confini esterni dell’Ue, bloccare le partenze, aprire hotspot”.

L’alternativa sarebbe “litigare ogni volta con Francia, Germania, Grecia”, ma “isolare l’Italia non sarebbe intelligente” e quindi “spero che non accada”, ha aggiunto replicando all’appello al boicottaggio lanciato ieri da Darmanin. “Si isolino invece gli scafisti”, ha chiesto la premier. Meloni su questo dossier si è detta “sempre pronta al dialogo”, ma ha lanciato anche un avvertimento ai partner: “Noi non siamo più in grado di occuparcene, ed abbiamo un mandato per occuparcene in modo diverso”. E a chi le chiedeva se avesse in mente altre misure per arginare i flussi, come la confisca delle navi delle Ong, ha risposto così: “Nuovi provvedimenti ci saranno sicuramente”.

In attesa della riunione straordinaria dei ministri dell’Interno, Antonio Tajani sarà il primo ad affrontare la crisi migranti al Consiglio Esteri di lunedì a Bruxelles, dove l’Italia ha chiesto che venga inserita all’ordine del giorno. Mentre mercoledì il capo della Farnesina incontrerà a Roma il collega greco. Di “soluzione europea” e “regole chiare” ha parlato anche il collega agli Affari Ue Raffaele Fitto, assicurando che l’Italia “non ha intenzione di mettere a repentaglio le relazioni diplomatiche”. Ma dalla sua omologa francese sono arrivati nuovi segnali di gelo. “Il governo italiano attuale non ha rispettato il meccanismo di solidarietà per il quale si era impegnato e si è rotta la fiducia”, è stata l’accusa della ministra Laurence Boone.

Quanto ai profughi della Ocean Viking sbarcati a Tolone, la Germania ha fatto sapere che ne accoglierà 80, e al contrario della Francia ha confermato che manterrà fede all’impegno di accogliere i 3.500 migranti nell’ambito del meccanismo di solidarietà europea. Pur chiarendo che tale sostegno continuerà “fino a quando l’Italia terrà fede alla sua responsabilità per l’accoglienza dei migranti salvati in mare”. Sulla stessa linea di Berlino anche Lussemburgo e Olanda: l’appello francese a isolare l’Italia per il momento non sembra aver trovato sponde.

(di Luca Mirone/ANSA)