Serie A: Juve, col Verona altri tre punti e zona Champions

Moise Kean nell'azione del gol contro il Verona al Marcantonio Bentegodi
Moise Kean nell'azione del gol contro il Verona al Marcantonio Bentegodi. ANSA/SIMONE VENEZIA

VERONA. – Quinta vittoria consecutiva per la Juventus, che passando di misura sul campo del Verona torna pienamente in lotta per la Champions. Vince, ma certamente non convince la squadra di Allegri, che gioca un primo tempo sotto ritmo, subisce l’aggressività delle seconde linee gialloblù e sembra indirizzarla con una semplice giocata sull’asse Rabiot-Kean.

Una volta in vantaggio la Juventus pensa di gestire la gara ma non tiene conto dell’orgoglio del Verona, che nella bolgia finale reclama un rigore per una mano di Danilo che Di Bello non va a vedere, mentre è solerte a cancellare il penalty che aveva fischiato per un presunto fallo di Bonucci su Verdi: al Var vien fuori che è lo juventino a colpire palla e quindi niente massima punizione. Per i veneti nona sconfitta consecutiva, e spettro della retrocessione sempre più palpabile.

Assente Dusan Vlahovic, Allegri sceglie di affidarsi ad Arek Milik, come contro l’Inter, affiancato in avanti da Moise Kean. Il tecnico concede un turno di riposo a Szczesny, e così Mattia Perin torna tra i pali bianconeri dopo lo sfortunato match a Monza. Dal canto suo Bocchetti rivoluziona il Verona, e l’undici scelto dell’allenatore gialloblù tiene in considerazione la prossima partita chiave dei veneti, al Bentegodi contro lo Spezia.

Avvio di marca scaligera: il “baby” Sulemana apre le ostilità, poi Lasagna ci prova da fuori, ma Perin è attento. Poi Danilo è determinante nel chiudere su Djuric dopo una sponda di Lasagna. La Juve mette il naso nell’area avversaria con un sinistro dal limite di Milik, facile preda di Montipò, e poi il portiere di casa è protagonista sul destro dal limite di Locatelli. Il primo tempo si chiude così in parità, con una Juve non certo esaltante.

Ripresa che si apre con gli stessi effettivi e con il medesimo canovaccio, con una Juventus che non riesce alzare i ritmi della gara. Serve uno scossone, una giocata d’autore, e puntualmente arriva, al 60′: Kostic recupera e verticalizza per Rabiot, che serve sulla corsa Kean; l’attaccante tira dal limite e supera Montipò, con la complicità di una deviazione di Dawidowicz.

Sembra che possa scaturirne una gara in discesa per i bianconeri, che invece subiscono la reazione veemente dei padroni di casa. Danilo cadendo in area in mischia colpisce la palla di mano, ma Di Bello non fischia rigore e nemmeno va a vedere il contatto. Pochi minuti dopo l’arbitro cancella, giustamente, un rigore che aveva fischiato per il contatto Bonucci-Verdi, accertando al Var che il capitano, pur alzando un po’ troppo la gamba, effettivamente colpisce per primo la palla.

La Juve finisce con il fiatone e in dieci, a causa dell’espulsione allo scadere di Alex Sandro, che ferma da dietro al limite dell’area una fuga di lasagna. Ma arrivano tre punti importanti.

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