Moto: Bagnaia ‘rosso dentro’, storia di un amore Ducati

In una foto d'archivio Francesco Bagnaia durante le prove nel circuito Ricardo Tormo in Cheste, Valencia
Francesco Bagnaia durante le prove nel circuito Ricardo Tormo in Cheste, Valencia. EPA/BIEL ALINO

ROMA. – La fiducia di potersi prendere il mondiale 2022 della MotoGP Francesco Bagnaia ha ammesso di averla smarrita “solo per un’ora”, lo scorso giugno, dopo la caduta in Germania che aveva portato il suo distacco da Fabio Quartararo a 91 punti. E lui, vinto a Valencia quel titolo che a metà stagione era parso un miraggio, ha voluto ringraziare la Rossa con un messaggio d’amore consegnato ad Instagram:

“Ci siamo fatti una promessa, tanto tempo fa: Saremmo diventati Campioni del Mondo insieme. Ti ho voluta e ti ho cercata dalla prima volta che ho sentito il rumore della frizione a secco della 996 di mio zio”. “Ci siamo scelti, abbiamo litigato ma ci siamo sempre capiti – prosegue il ducatista – Il rosso fa parte di me e abbiamo scritto la storia più bella di sempre”.

Una storia che il team manager Davide Tardozzi si augura “lunga” e condita “da qualche titolo in più. E’ stato determinante per la nostra crescita”. Altrettanto si può dire a parti invertite. “Solo oggi mi sto rendendo conto di cosa abbiamo fatto – ha spiegato a Valencia Gigi Dall’Igna, dg di Ducati Corse – Se mi aspettavo il titolo da Bagnaia? Non era scontato. Sapevamo che è bravo, che ha talento. Ma in una categoria difficile come la MotoGP tutto può succedere.

Io Pecco l’ho scelto perché ha fatto stagioni in Moto3 con un mezzo non competitivo, eppure ha vinto delle gare. Questi sono i piloti che mi piacciono, che non si lamentano e provano sempre a portare a casa il miglior risultato, indipendentemente dalla moto. E’ la caratteristica dei campioni e Pecco ce l’ha. Deve solo limare qualche sbavatura e poi può fare la differenza, come Marc Marquez con la Honda”.

Questo titolo chiude la porta della Ducati allo spagnolo? “Magari è Bagnaia che si stufa e va via – ha risposto Dall’Igna – Ha due anni di contratto ed il nostro rapporto è sempre stato meraviglioso. Meglio di così… ma nella vita non si sa mai”.

Quindici anni dopo Casey Stoner, la Rossa è tornata a vincere il titolo piloti della massima cilindrata, unico brand non giapponese capace di tanto nell’era MotoGP. Un motivo di grande orgoglio per tutti i ‘Ducatisti’, dal termine che identifica il tifoso/proprietario che si sente per questo parte della “famiglia”. Un popolo appassionato, il cui augurio è che il 2022 possa dare il via ad un ciclo di successi. A Valencia su 24 moto al via della gara otto erano Ducati, una presenza in griglia ‘pesante’ che nel 2023, con l’uscita di Suzuki dal mondiale MotoGP, promette di diventare ancora più evidente.

La crescita della Ducati in pista è andata di pari passo con quella delle vendite. Nel periodo gennaio-settembre 2022 nel mondo sono state consegnate 49.873 moto, con Italia, Stati Uniti e Germania ai primi tre posti. In particolare negli Usa il mito Ducati è sempre più apprezzato, come hanno mostrato i tanti appassionati giunti d’oltre oceano al raduno di Misano, lo scorso luglio. Marchio che, seppure di proprietà Audi dal 2012, è rimasto orgoglio del made in Italy, conosciuto in tutto il mondo.

Nel 2007 era stato l’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a ricevere nei giardini del Quirinale un emozionato Casey Stoner, l’australiano che in sella alla Desmosedici aveva interrotto lo strapotere delle giapponesi. Un onore che si ripeterà, questa volta in chiave tutta tricolore, il 16 novembre quando, questa volta su invito del presidente Sergio Mattarella, il neo campione MotoGP e gli altri protagonisti del trionfo mondiale saliranno sul colle più famoso di Roma.

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