Esame Cop27 per Meloni, incognita bilaterale con Sisi

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, alla Camera dei Deputati per le dichiarazioni programmatiche del Governo
Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, alla Camera dei Deputati per le dichiarazioni programmatiche del Governo. (Ufficio stampa Presidenza del Consiglio)

ROMA. – Tra clima e diritti umani, Giorgia Meloni sbarca in tarda serata a Sharm el-Sheikh per la Cop27 dell’Onu. Al debutto in un vertice internazionale dopo l’approdo a Palazzo Chigi, è il primo premier italiano in visita in Egitto da quando nel 2016 al Cairo fu trovato morto Giulio Regeni. La diplomazia del Cairo, riferiscono fonti egiziane di alto livello, sta lavorando per organizzare un incontro vis a vis con il presidente Abdel Fattah al-Sisi che non sarebbe ancora in agenda.

Intanto, assieme al segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, ad accogliere Meloni dovrebbe essere proprio il padrone di casa. All’indomani dell’insediamento del governo, al-Sisi le aveva inviato le congratulazioni augurandosi di sviluppare presto “le relazioni bilaterali” tra i due Paesi, complicate dai casi Regeni (il governo italiano un anno fa si è costituito parte civile a Roma nel processo a carico degli agenti dei servizi egiziani) e poi quello di Patrik Zaki.

Nella missione di ventiquattro ore circa, Meloni, accompagnata dal ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto, potrebbe avere bilaterali con il premier tedesco Olaf Scholz, quello britannico Rishi Sunak, e fra i capi di Stato c’è anche il francese Emmanuel Macron. Intervenendo in plenaria domani pomeriggio ribadirà che l’Italia partecipa all’impegno comune di riduzione dei gas serra preso dalla Ue: taglio del 55% delle emissioni entro il 2030 e zero emissioni nette entro il 2050.

Nei negoziati a Sharm le posizioni dei 27 Paesi membri saranno strettamente coordinate in ambito europeo. Già alla vigilia, però, l’assenza di Cina, Russia e India, fra i primi per emissioni di C02, fa temere per il raggiungimento degli obiettivi della Conferenza. Nel suo primo discorso alle Camere, la premier ha citato Roger Scruton, uno dei maestri del pensiero conservatore europeo: “L’ecologia è l’esempio più vivo dell’alleanza tra chi c’è, chi c’è stato, e chi verrà dopo di noi”.

“Finora – attacca il M5s con Barbara Floridia – di ambiente si è parlato solo per paventare il ritorno al nucleare e per lo sblocco delle trivellazioni in mare”. E non mancano polemiche politiche legate ai diritti umani, meno marcate di quando durante il governo Draghi l’Eni siglò un contratto da 3 miliardi di metri cubi in più di Gnl con l’Egitto, o di quelle sulla vendita di due navi al Cairo durante quello Conte.

Per Elly Schlein (Pd), “è una vergogna che Cop27 si tenga in un Paese che viola i diritti fondamentali delle persone, Regeni prima e Zaki oggi”. “È inaccettabile – sostiene Europa verde – che la lotta in difesa dell’ambiente possa essere disgiunta dalla lotta in difesa dei diritti umani”. Sulla pagina Fb di “Giulio Siamo Noi” è fissato da un paio di settimane l’appello al Parlamento e al Governo a “pronunciarsi per la non partecipazione dell’Italia” alla Cop27. E nei giorni scorsi la madre di Regeni, Paola Deffendi, ha postato senza ulteriori commenti, un articolo di Repubblica del giornalista Nicolas Lozito dal titolo “Perché non andrò alla Cop27 in Egitto: senza libertà non c’è ambientalismo”.

(di Paolo Cappelleri/ANSA)