Cop27, pianeta sempre più ‘bollente’ negli ultimi otto anni

Proteste degli attivisti alla Gop27
Proteste degli attivisti alla Cop27. EPA/KHALED ELFIQI

ROMA. – Otto anni di temperature ‘bollenti’ per il pianeta, i peggiori fra quelli mai registrati e qualche passo avanti nella querelle fra paesi ricchi e poveri su come sostenere i costi dei danni provocati dal riscaldamento globale e delle azioni di mitigazione. Il vertice Onu Cop27 in Egitto, che segnerà anche il debutto mondiale della premier Giorgia Meloni, si apre con una piccola svolta: il tema del fondo ‘loss and damage’ è ufficialmente inserito nell’agenda dai lavori.

Si tratta di un meccanismo di cui si discute da decenni e che ora la presidenza egiziana, dopo dibattiti serrati nelle scorse 48 ore, è riuscito a porre quanto meno come tema da discutere nei lavori in vista delle giornate clou di lunedì e martedì quando è prevista la partecipazione dei leader mondiali (con la notevole eccezione della Cina e della Russia).

Il ministro degli esteri egiziano Sameh Shoukry, aprendo i lavori, si dice convinto che una decisione finale sul tema arriverà non più tardi del 2024. In ballo ci sono centinaia di miliardi di dollari all’anno (le stime variano notevolmente) di danni sopportati da diversi paesi più esposti ai disastri climatici sempre più frequenti (inondazioni, siccità, innalzamento degli oceani) e che attribuiscono alle emissioni che sono state causate nei decenni scorsi dai paesi più industrializzati.

Lo scontro, oltre che sull’entità dei finanziamenti, è sullo strumento attraverso il quale erogarli come appunto il fondo ‘loss and damage’. Non a caso l’alleanza dei paesi piccole isole, la cui stessa esistenza in alcuni casi è a rischio a causa del cambiamento climatico, ha sottolineato il lungo iter delle discussioni mentre si intensificano le calamità naturali. Chiediamo “solidarietà, non carità. lavoreremo sempre in uno spirito cooperativo nonostante le ingiustizia che stiamo soffrendo”.

I dati scientifici sono, in ogni caso, sempre più preoccupanti: nel rapporto “Stato del clima globale nel 2022” diffuso al vertice dall’Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo) la temperatura media nel 2022 è di circa 1,15 gradi Celsius sopra i livelli pre-industriali (cioè la temperatura media del periodo 1850-1900). il meccanismo descritto parte dall’aumento delle concentrazioni dei principali gas serra nell’atmosfera (anidride carbonica, metano, diossido di azoto).

Questi gas hanno raggiunto livelli record nel 2021, e continuano a salire nel 2022. Il caldo fa sciogliere le calotte polari e i ghiacciai, e provoca l’innalzamento del livello dei mari, che minaccia stati insulari e territori costieri. Inoltre, causa desertificazione ed eventi meteorologici estremi: migliaia di persone rimangono uccise, milioni sono private dei mezzi di sostentamento, condannate a fame, miseria e migrazioni. Caldo e disastri fanno poi proliferare una serie di malattie.

Secondo l’Oms peraltro tra il 2030 e il 2050, si prevede che il cambiamento climatico provocherà circa 250.000 morti in più all’anno per malnutrizione, malaria, diarrea e stress da caldo. Si stima che entro il 2030 i costi dei danni diretti alla salute (esclusi i costi nei settori che determinano la salute come l’agricoltura, l’acqua e i servizi igienici) siano compresi tra 2 e 4 miliardi di dollari all’anno.

I cambiamenti colpiscono duro i paesi in via di sviluppo ma non risparmiano nemmeno l’Europa come si è visto in questo 2022 di straordinaria siccità che ha acuito il panorama già nero per la guerra in Ucraina. Il 2022, si olegge nel rapporto, ha battuto il record di scioglimento dei ghiacciai alpini del 2003, con perdite di spessore dai 3 ai 4 metri. In Svizzera è stato perso il 6% del volume dei ghiacciai.

Nel messaggio al vertice il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres ricorda come “mentre la Cop27 è in corso, il nostro pianeta manda un segnale di sofferenza. L’ultimo rapporto sullo Stato del clima globale è la cronaca del caos climatico. Come la Organizzazione meteorologica mondiale mostra chiaramente, il cambiamento sta avvenendo ad una velocità catastrofica, devastando vite e mezzi di sussistenza in ogni continente”.

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