Dimissioni a valanga nella Sanità madrilena per il piano di Ayuso sui pronto soccorso

Un centro sanitario di Salud Madrid.
Un centro sanitario di Salud Madrid. (ANSA)

MADRID — Valanga di dimissioni, proteste e annunci di scioperi. Assume proporzioni sempre più grandi la polemica sorta nella regione di Madrid in merito a un piano del governo di Isabel Díaz Ayuso per la riapertura di pronti soccorso extra-ospedalieri, rimasti chiusi nel periodo di pandemia. Dopo che le condizioni in cui è avvenuta tale riapertura sono state descritte come “un caos” in diverse zone del territorio madrileno, nelle ultime ore vari media hanno dato conto della rinuncia in blocco di diversi responsabili dell’area sanitaria del sud-est. Quattro sindacati, inoltre, si sono sfilati da un accordo siglato con l’amministrazione pubblica sulla riapertura di queste strutture sanitarie riservate alle emergenze, accusando il governo Ayuso di non rispettare i patti. 

In aggiunta a diverse altre polemiche riguardanti la gestione della sanità pubblica da parte del governo madrileno, la situazione è esplosa con la riapertura, lo scorso 27 ottobre, di 80 centri di pronto soccorso extra-ospedalieri. Uno dei principali argomenti di protesta è l’accusa all’esecutivo di non aver dotato i centri del personale necessario: diversi media hanno documentato situazioni al limite dell’insostenibilità, ad esempio turni coperti solo da un infermiere, senza il supporto di un medico.

Inizialmente, il governo ha negato che ci fosse un problema di mancanza di personale, attribuendo la maggior parte dei problemi al fatti che diversi lavoratori “hanno chiesto congedi”. Una versione dei fatti, quest’ultima, non condivisa da molti sanitari: alcuni hanno segnalato di non aver potuto presentarsi sul loro posto di lavoro abituale perché, intanto, erano stati assegnati d’urgenza in altri centri. “Ci sono stati alcuni problemi nella riapertura, ma si cerca di offrire la massima copertura e di garantire sempre l’assistenza sanitaria a tutti”, ha invece riconosciuto oggi a Europa Press l’assessore alla Sanità, Enrique Ruiz Escudero, finito nella bufera per quanto accaduto.

Nelle ultime ore, i segnali di insofferenza del settore si sono fatti particolarmente evidenti. Tutti i responsabili degli ambulatori dell’area del sud-est, scrive El País, si sono dimessi, adottando la stessa decisione di altre due dirigenti nei giorni scorsi. Inoltre, diversi sindacati hanno convocato sciopero tra oggi e domenica e l’organizzazione Amyts ne ha indetto un altro a partire da lunedì. E altri quattro sindacati, tra cui Comisiones Obreras e Ugt, hanno annunciato che danno per “interrotto” l’accordo sottoscritto in precedenza con il governo per stabilire le condizioni di riapertura dei pronto soccorso.

Intanto, anche l’opposizione è insorta. “Niente appuntamenti con il medico di base, mesi di attesa per lo specialista, non ci sono dottori nei pronto soccorso extra-ospedalieri. Il caos è il piano di Ayuso per la salute pubblica”, ha affermato oggi Mónica García, leader di Más Madrid. “L’assessore deve dimettersi o essere allontanato dall’incarico”, ha aggiunto. 

Escudero, da parte sua, prevede di tornare a parlare con i sindacati per raggiungere un nuovo accordo “quanto prima”.

Redazione Madrid

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