Spagna e Maersk danno vita a un progetto per produrre ‘metanolo verde’

Sánchez-Maersk_Pool Moncloa_Fernando Calvo
Sánchez-Maersk_Pool Moncloa/Fernando Calvo

MADRID — Due milioni di tonnellate annue di “metanolo verde” fabbricati ad hoc per alimentare le imbarcazioni di una delle più grandi compagnie navali del mondo: è questo l’obiettivo prefissatosi dal governo spagnolo nel quadro di un ambizioso progetto avviato a braccetto con Maersk, gigante dell’industria marittima. Un piano annunciato oggi e che Madrid ha intenzione di sposare come una delle punte di diamante della propria politica di transizione energetica, che punta forte sull’idrogeno ‘green’ anche come elemento alla base della produzione di bio-combustibile. “La Spagna vuole guidare la decarbonizzazione dei trasporti navali ed essere uno dei più importanti corridoi verdi per il traffico marittimo mondiale”, ha spiegato il premier Pedro Sánchez su Twitter.

Quella di ridurre drasticamente le emissioni inquinanti è infatti uno dei compiti in sospeso di questo settore, dato l’elevato impatto ambientale delle attività ad esso associate. E Maersk, gigante con una flotta di oltre 730 navi mercantili, vuole essere leader in questa “missione”: l’obiettivo fissato è di arrivare alla decarbonizzazione totale del proprio business entro il 2040.

In questo senso, hanno spiegato fonti governative spagnole, Maersk ha deciso di puntare sul metanolo verde, o “e-metanolo”, come combustibile del futuro per le proprie imbarcazioni: si tratta di una sostanza che si crea a partire da idrogeno verde (generato con energie rinnovabili) e CO2 biogenica. Proprio in Spagna, secondo le stesse fonti, il colosso di origini danese ha individuato uno dei luoghi ideali per avviarne una produzione propria.

Così, il governo spagnolo e la compagnia navale hanno dato vita a un progetto che ha l’obiettivo di esplorare le vie più praticabili per raggiungere gli obiettivi prefissati: in totale, Maersk calcola di aver bisogno, per il 2030, di 6 milioni di tonnellate di metanolo verde annue. E Madrid si ritiene in una posizione sufficientemente competitiva su questo fronte da poterle garantire 2 milioni di tonnellate di questo combustibile all’anno entro il 2030.

A detta di fonti spagnole, infatti, la Spagna è uno dei Paesi europei meglio piazzati per sviluppare progetti a partire dall’idrogeno verde, visto che dispone di ampie quantità di “sole, vento e spazio”, elementi necessari per produrlo. Inoltre, la sua posizione geografica a cavallo tra Mar Mediterraneo e Oceano Atlantico rende potenzialmente strategico il suo ruolo in ambito navale.

Tutte ragione valide per far sì che Maersk abbia deciso di valutare la scelta di costruire nel Paese iberico due dei “cinque/sei” poli attualmente considerati necessari per raggiungere i propri obiettivi in termini di riconversione industriale: attualmente, le maggiori possibilità per ospitare tali punti di produzione le hanno l’Andalusia e la Galizia, le cui amministrazioni si sono già dette favorevoli all’idea, secondo il governo centrale.

Stando ai calcoli già realizzati, l’investimento necessario per questo progetto ammonta a circa 10 miliardi di euro, buona parte dei quali dovrebbero essere stanziati da Maersk. Tuttavia, non è escluso che altri soggetti privati o lo stesso governo spagnolo decidano di partecipare con una parte dei fondi necessari. Madrid e la compagnia danese stimano che il piano permetterà la creazione di 85.000 posti diretti e indiretti.

Oggi, il premier Sánchez ha ricevuto i vertici del gruppo a Madrid. “Questo progetto è perfettamente allineato con la strategia spagnola di reindustrializzazione, con la transizione energetica equa e con la tabella di marcia sull’idrogeno verde, per avanzare nel raggiungimento dell’obiettivo comune di decarbonizzazione dell’Unione Europea”, ha affermato.

F.R./Redazione Madrid